Circa 568mila assunzioni previste dalle imprese a giugno, quasi 1,4 milioni nel trimestre giugno-agosto: questo il bilancio del report stilato da Unioncamere e Anpal sui lavoratori in Italia. Si prospetta dunque un periodo roseo per il nostro Paese, dove i settori che sostengono la domanda sono soprattutto quelli turistico e manifatturiero. Più indietro costruzioni, servizi alle persone, servizi finanziari e assicurativi, servizi informatici e delle telecomunicazioni.
Il bollettino del sistema informativo Excelsior svela una ricerca, da parte dell’industria, di 134mila lavoratori complessivi, 348mila nel trimestre estivo. Per il manifatturiero le maggiori opportunità di lavoro riguardano le industrie della meccatronica, quelle metallurgiche e dei prodotti in metallo e quelle alimentari.
Un autentico boom riguarda il settore dei servizi nei mesi estivi: previsti oltre un milione di nuovi contratti di lavoro per il trimestre giugno-agosto. È chiaramente il turismo a offrire le maggiori opportunità di occupazione, con oltre 164mila lavoratori ricercati nel mese e circa 353mila nel trimestre.
I dati del report Excelsior sulle assunzioni previste in Italia: in aumento la previsione per i contratti a tempo indeterminato
L’indagine evidenzia un certo aumento nella previsione relativa ai contratti a tempo indeterminato sul posto di lavoro. Si segnala un notevole +14,8% rispetto a giugno 2022. Un incremento che si manifesta meno rilevante per quanto riguarda i contratti a termine e stagionali: rispetto all’anno scorso l’aumento è del 2,3%.
In netto calo le previsioni per i contratti di collaborazione occasionale e a partita Iva (-40,5% rispetto al 2022) e i contratti in somministrazione (-2,9%). Non si ferma neppure la domanda di lavoratori immigrati: sono 114mila gli ingressi programmati nel mese di giugno, in aumento rispetto al 2022 e pari al 20,1% del totale.
Per quanto riguarda le difficoltà nel reperire i profili ricercati, ricerca più complessa in assoluto per le imprese del Nord-Est (52%), mentre al Nord-Ovest la percentuale si assesta al 47,1%. 42,5% per le imprese del Sud e isole, 42,4% per le imprese del Centro.