Anche il Senato Accademico dell’Unicusano prende posizione contro le gravi – anzi gravissime – accuse lanciate da Report. La trasmissione di Siffrido Ranucci, lunedì 05 giugno, ha infatti mandato in onda un servizio che ha dell’incredibile. Tanto che non si fatica a capire quale fosse il vero scopo dell’inchiesta. Quella andata in onda non è stata un’indagine sul mondo delle università telematiche. Ciò che si è visto è infatti un vero e proprio tentativo di screditamento di tutto il settore, con la scelta di Unicusano come agnello sacrificale. Falsità, toni sprezzanti, diffamazioni e intimidazioni hanno infatti accompagnato tutta la durata del servizio.
La cosa più grave è che Report, nel tentativo di colpire l’Unicusano – e in particolare Bandecchi, fondatore e presidente del CdA – ha ritenuto di voler sminuire anche il sacrificio di quelle migliaia di studenti che ogni anno decidono di intraprendere un percorso di formazione proprio nell’ateneo romano. Poco male, in ogni caso: le bugie raccontate da Report possono essere smentite punto su punto con i fatti. Unicusano ha aperto le porte della sua Università al servizio pubblico, in totale trasparenza. Per questo non ha infatti certo da temere per qualche fazioso “taglia e cuci” giornalistico.
Il Senato Accademico dell’Unicusano smentisce in pieno le accuse tendenziose di Report
Anche il Senato Accademico dell’Unicusano replica pubblicamente a Report, contestando le informazioni distorte e manipolate andate in onda lunedì 05 giugno su Rai3.
La trasmissione di Siffrido Ranucci ha infatti voluto offrire, questa settimana, una magistrale lezione di cattivo giornalismo. L’attacco contro Unicusano, scelta non come esempio di eccellenza nel mondo delle Università telematiche ma come “covo di tutti i mali” ha infatti del paradossale. A testimoniare la faziosità del servizio in onda, peraltro, anche la testimonianza del prof. Paolo Miccoli, le cui affermazioni sono state usate a piacimento.
In ogni caso, alle illazioni si risponde con i fatti: a fugare ogni dubbio, allora, dunque la replica del Senato accademico dell’Università Niccolò Cusano. Il Senato, unitamente agli altri organi accademici e al corpo docente, ha infatti espresso in una nota “il pieno disappunto” per le gravi distorsioni operate da Ranucci.
“Le illazioni disseminate al suo interno hanno costituito un’evidente violazione dell’obbligo di fornire una comunicazione imparziale e obiettiva, che deve essere garantita da qualsiasi fonte informativa. A maggior ragione dal Servizio pubblico radiotelevisivo. A telespettatrici e telespettatori è stata descritta con chiari intenti fuorvianti una situazione completamente dissimile dalla realtà, gettando discredito su un Ateneo che si è distinto negli ultimi anni per qualità nella ricerca e nella didattica”.
Nella sua replica, il Senato Accademico di Unicusano ribatte anche sulle allusioni fatte da Report sui risultati ottenuti dall’Ateneo nella Valutazione della Qualità della ricerca (VQR) condotta dall’ANVUR. Gli “intolleranti e malcelati commenti sarcastici” fatti da Report sono infatti definiti come semplicemente inaccettabili. Il primo posto in Ingegneria Industriale e il secondo posto per le attività di Terza missione tra gli atenei privati certificati dall’Anvur sono incontrovertibili. A poco servono dunque gli sforzi fatti della trasmissione di Ranucci nel seminare bugie.
Il Senato accademico difende poi con forza la qualità della didattica e la preparazione degli studenti dell’Unicusano. Anche loro, infatti, sono stati oggetto dell’attacco della trasmissione, che li ha accusati addirittura di superare gli esami senza studiare.
“La corretta realizzazione della didattica è confermata dalla numerosità delle bocciature e delle rinunce agli studi da parte degli scritti. Queste ultime evidenziando l’inesistenza di comportamenti di eccessiva indulgenza che il menzionato servizio televisivo ha fatta artatamente apparire come un atteggiamento di morbidezza dei docenti per favorire in modo improprio il superamento degli esami”.
La verità, se non si vuole essere tendenziosi, è palesemente sotto gli occhi di tutti.