Nuovo Reddito di cittadinanza, arrivano novità sull’accettazione di un lavoro per non perdere l’indennità dalla conversione del decreto ‘Lavoro’, attualmente in Commissione Affari sociali al Senato. Per i lavoratori autonomi, invece, arriva la possibilità di poter ricostruire i contributi oggetto di saldo e stralcio. Le modifiche al decreto varato dal governo il 1° maggio scorso sono state discusse nella giornata di ieri, 7 giugno, anche se i circa 200 correttivi presentati dai partiti sono stati quasi tutti bocciati. L’emendamento sul nuovo Reddito di cittadinanza, invece, è rimasto e produrrà dei correttivi al testo del decreto “Lavoro” per quanto riguarda l’obbligo di accettare un lavoro, sia a tempo determinato che indeterminato, e una stretta all’eventuale rifiuto per la distanza dal luogo di lavoro.
Nuovo Reddito di cittadinanza, novità accettazione lavoro: chi è obbligato ad accettare?
Rimane immutato il testo del decreto “Lavoro” per quanto riguarda l’accettazione di un lavoro da parte di un percettore del Reddito di cittadinanza entro gli 80 chilometri di distanza dal domicilio. Oltre questo tetto di chilometri è possibile rifiutare, come prevedeva già il decreto del 1° maggio, ma la novità introdotta dall’emendamento di Giovanni Satta di Fratelli d’Italia introduce un nuovo parametro: il lavoro deve essere accettato anche qualora si possa raggiungere in due ore con i mezzi pubblici. La disciplina vale sia per le offerte di lavoro a tempo determinato che in somministrazione.
Sulle offerte di un lavoro a tempo indeterminato per i percettori del Reddito di cittadinanza, invece, non vi è alcun limite territoriale. Deve essere accettato, quindi, ovunque, in tutto il territorio nazionale. Nulla cambia anche per quanto riguarda il part time: il fruitore dell’indennità deve accettarlo purché venga garantito un numero di ore pari al 60 per cento del tempo pieno. Se il lavoro ha una durata da uno a sei mesi, la fruizione del Reddito di cittadinanza è sospesa per un periodo di tempo equivalente, prima di riprendere normalmente. Inoltre, il percettore conserva l’indennità nel caso in cui il lavoro da svolgere produce un reddito entro i 3.000 euro all’anno.
Nuovo Reddito di cittadinanza e saldo e stralcio contributi Inps lavoratori autonomi nel decreto ‘Lavoro’
Un’ulteriore novità riguarda i lavoratori autonomi e il meccanismo di saldo e stralcio dei debiti contributivi. Un correttivo di Massimiliano Romeo della Lega prevede che l’annullamento dei debiti contributivi datati dal 1° gennaio 2000 al 31 dicembre 2015 per importi entro i 1.000 euro nei confronti dell’Inps possa produrre il ricalcolo dei debiti cancellati ai fini contributivi, ricostruendo quindi la posizione del lavoratore nei confronti dell’Istituto previdenziale. Il debitore, quindi, potrà pagare il debito dovuto in un’unica soluzione oppure frazionando a rate, ma non oltre il 31 dicembre 2023.
Interessati a questa misura sono i lavoratori autonomi – liberi professionisti, agricoli, artigiani e commercianti – iscritti alla Gestione separata dell’Inps che nel 2023 beneficino delle condizioni della pace fiscale. Il governo punta a portare il testo di conversione in legge del decreto “Lavoro” entro la metà della prossima settimana.
Smart working, si punta alla proroga dopo il 30 giugno 2023
Misure più urgenti potrebbero essere ritoccate per quanto riguarda lo smart working, in scadenza il 30 giugno 2023. Su questo argomento, il governo sembrerebbe voler puntare decisamente meno risorse rispetto al passato. Gli emendamenti bocciati proponevano una proroga fino al 30 settembre prossimo, ma solo per il lavoro agile, a fronte di un impiego di risorse pari a 20 milioni di euro, giudicato comunque gravoso. La soluzione finale potrebbe consistere in una proroga più ristretta, fino al 31 agosto prossimo, per i dipendenti del pubblico impiego. Con le scuole chiuse e i collaboratori Ata (in parte) in ferie, il governo punterebbe a non pesare troppo sui bilancio pubblico.