Pene più severe, sanzioni più duri, controlli più severi e maggior uso del braccialetto elettrico. Sono queste, in sintesi, i punti cardini del nuovo disegno di legge approvato dal Consiglio dei ministri, del 7 giugno, per contrastare la violenza contro le donne. Il Governo Meloni risponde così all’ultimo caso che ha sconvolto il popolo italiano: l’omicidio di Giulia Tramontano.

Violenza sulle donne, il Cdm approva il ddl. Roccella: “Intervenuti con forza, ma la questione è culturale”

 “Con questa legge interveniamo su alcuni punti critici con una notevole forza, sia per quanto riguarda i tempi che sulle misure di prevenzione“, ha affermato il ministro per la Famiglia e le Pari opportunità, Eugenia Maria Roccella, nel corso della conferenza stampa a Palazzo Chigi nel post Cdm.

“Ma questo non basta se non viene accompagnato da un cambiamento culturale è essenzialmente una questione culturale. Pensiamo all’ultimo caso, quello di Giulia, che nessuna legge avrebbe potuto salvare. Sono d’accordo con il presidente del Senato La Russa per una manifestazione di soli uomini ma occorre una presa di coscienza per le nuove generazioni e, per questo, abbiamo pensato con il ministro Valditara, in prossimità della giornata contro la violenza in autunno, di fare una campagna nelle scuole diffondendo le nuove norme e portando nelle scuole le donne che hanno subito le violenze”,

ha concluso il ministro per la Famiglia e le Pari Opportunità.  

Tajani: “Pene più severe e maggior uso del braccialetto elettrico”

Il vicepremier Antonio Tajani commenta in maniera positiva il nuovo disegno di legge per contrastare la violenza sulle donne, spiegando che ci sarà anche “un maggior uso del braccialetto elettronico“.

“Siamo intervenuti immediatamente dopo la tragedia della giovane mamma uccisa da un delinquente. Ci sono troppe donne minacciate. Ci saranno pene più severe, verrà rafforzato codice rosso con sanzioni più dure. Prevenzione, ma anche una linea dura e controlli più severi”.

Nordio: “Serve operazione culturale per eliminare i reati”

Il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, sottolinea come ci sia bisogno anche di un cambio culturale per eliminare i femminicidi e la violenza sulle donne.

“È soltanto attraverso un’operazione culturale che possiamo iniziare a ridurre, se non proprio eliminare, questi reati così odiosi. L’operazione deve iniziare nelle scuole ma deve proseguire dappertutto. Sto pensando che dovrebbe proseguire anche nelle carceri. Non sarebbe male se portassimo anche le vittime di questi reati nelle carceri le loro temstimonianze, in modo da far capire ai detenuti quale sia la gravità fisica, morale e psicologica di questi comportamenti odiosi”.