Dopo più di quarant’anni e oltre trecentonovanta morti, arriva la sentenza per il processo Eternit bis: 12 anni a Stephan Schmidheiny e oltre cento milioni di risarcimento. Il 7 giugno 2023 è una data importante per il comune di Casale Monferrato e per tutti i familiari che hanno perso i loro cari che dal 1976 al 1986 hanno lavorato nell’azienda Eternit.
La sentenza è stata pronunciata nella serata dal presidente della Corte d’assise di Novara, Gianfranco Pezone, nei confronti di Schmidheiny, ultimo proprietario della fabbrica di eternit. La camera di consiglio è durata ben sei ore.
L’imprenditore svizzero è stato condannato anche alla pena accessoria di 5 anni di interdizione ai pubblici uffici. Il risarcimento totale fissato dalla Corte è pari a oltre 86 milioni. All’associazione delle vittime andrà un risarcimento di 500.000 euro, mentre 50 milioni andranno al Comune di Casale Monferrato, costituitosi parte civile.
Processo Eternit bis, il pm: “Finalmente un nome e un cognome per la tragedia di Casale Monferrato”
Al termine della lettura della sentenza, il pm Gianfranco Colace ha esultato, dicendo che “finalmente un giudice ha dato un nome e un cognome alla tragedia di Casale Monferrato”
“Ora sappiamo che il responsabile è l’imputato che noi avevamo tratto a giudizio. Siamo soddisfatti del nostro lavoro, avevamo portato una mole imponente di prove, siamo convinti che i criteri che la suprema corte con il caso Thyssen aveva dettato per distinguere tra il dolo eventuale e la colpa cosciente ricorressero in questo caso leggeremo attentamente le motivazioni e valuteremo se fare appello perché credo sia un caso che meriti di essere ulteriormente vagliato. A Casale Monferrato ogni anno si ammalano 50 persone e non ancora finita né dal punto di vista sanitario né da quello giudiziario”
L’Associazione delle vittime: “Sentenza agrodolce”
Bruno Pesce, storico coordinatore dell’Assicazione familiari vittime di Amianto (Afeva) di Casale Monferrato, che per anni si è battuto a che si facesse giustizia, ha commentato così la sentenza del processo Eternit bis:
“Oggi è un giorno agrodolce perché purtroppo, essendo stato il reato di omicidio derubricato da doloso a colposo, per molte delle vittime è scattata la prescrizione. Ora speriamo che questa condanna sia confermata in Cassazione. La sensazione è che abbiamo scalato una montagna ma non siamo ancora giunti in cima. La prescrizione, purtroppo potrebbe rendere ogni sentenza vana. Sarebbe il fallimento della giustizia”.
Airaudo (Cgil): “La sentenza è un inizio di giustizia”
Il segretario generale della Cgil Piemonte, Giorgio Airaudo:
“Siamo di fronte a una sentenza importante in questo livello di giudizio, perché viene riconosciuta la colpa con una pena importante di 12 anni. Restano vive nel processo molte delle parti lese che sono cadute per le scelte del proprietario della Eternit. Non si arriva all’omicidio volontario, perché bisogna sottolineare che c’è una carenza, un baco nel sistema legislativo italiano che non riconosce questo tipo di giudizio, come successo per la Thyssen. La sentenza riconosce le parti sociali, i danni fatti al territorio, un indennizzo, ovviamente serve un esame più attento e bisognerà che la sentenza regga nei prossimi gradi di giudizio, ma intanto è un inizio di giustizia su una vicenda che da decenni chiede giustizia”.