Sarebbe stato Vladimir Putin in persona a impartire all’esercito russo l’ordine di provocare l’esplosione della diga di Khakovka. Ne è sicuro Oleksiy Danilov, segretario del Consiglio per la sicurezza e la difesa nazionale ucraino, citato dall’agenzia ucraina Ukrinform.
Danilov sostiene che gli esplosivi fossero piazzati lì da tempo, addirittura da settembre o ottobre dell’anno scorso. Un atto che sarebbe stato dunque pianificato per essere compiuto in un futuro successivo. Danilov ha rivelato la sua opinione durante la trasmissione della Radio Progetto Libertà.
Il comando per questo atto terroristico è arrivato dal Cremlino, dall’ufficio di Putin. Ordini di questa importanza non vengono impartiti a qualsiasi livello: non certo a livello di battaglione, di divisione, né è una situazione che compete a Shoigu, il ministro della Difesa russo.
Esplosione diga Khakovka, Putin a colloquio con Erdogan: “È stata un’azione barbara di Kiev”
Dal canto suo, il presidente russo continua a ribadire la sua innocenza. In un colloquio con il suo omologo turco Recep Tayyip Erdogan, Putin ha definito la distruzione della diga di Kakhovka “un’azione barbara di Kiev“. Tutto sarebbe nato dai suggerimenti dei “curatori occidentali” dell’Ucraina, allo scopo di gettare fango sul conto del capo del Cremlino, nell’ottica di una “pericolosa scommessa sull’escalation“. A riprendere le parole di Putin il servizio stampa del governo russo.
In tutta risposta Erdogan è tornato sull’ipotesi di un “ritorno al negoziato” tra Ucraina e Russia. Lo ha annunciato la presidenza della Repubblica di Ankara in relazione al colloquio telefonico tra i due presidenti. Erdogan avrebbe ribadito gli sforzi della Turchia per arrivare ad una “pace giusta“.
Nel frattempo, dalle autorità ucraine continuano ad arrivare aggiornamenti sulle popolazioni colpite dal disastro della diga. Il ministro dell’Interno ucraino Igor Klymenko, nominato responsabile dell’emergenza, ha parlato di 29 villaggi e insediamenti colpiti. Secondo il Servizio di emergenza statale dell’Ucraina (Ses) “alle ore 15, venti insediamenti e 2.612 case nei territori della riva destra del Dnepr sono stati allagati. È stato possibile evacuare 1.752 ucraini dalle aree potenzialmente pericolose, 103 dei quali bambini“. Lo scrive Unian.