A Maleo, un piccolo comune in provincia di Lodi, l’oratorio di una chiesa è stato momentaneamente chiuso a causa delle troppe bestemmie. Un segnale forte, che il parroco, don Enzo Raimondi, ha voluto dare dopo aver assistito per tempo a una situazione diventata ormai “intollerabile”. Sarebbe colpa, secondo lui, di un gruppo di ragazzi, di “bulli” maleducati, che non avrebbero rispetto del luogo in cui si trovano.

Il caso dell’oratorio chiuso per bestemmie a Maleo

Gli spazi comuni e il cortile della chiesa di Maleo riapriranno domani, 8 giugno. Per giorni, però, sono rimasti chiusi, dopo la decisione – presa tutt’altro che a cuor leggero – dal parroco, don Enzo Raimondi,

per dare un segnale forte a quei ragazzi che dicono parolacce e bestemmie, lasciano sporcizia in giro, si comportano da bulli e, se ripresi, ti ridono pure in faccia.

Una situazione diventata “intollerabile”, tanto da richiedere un intervento deciso. Come già in passato lo stesso don Enzo aveva fatto.

I ragazzi sono sempre uguali, assumono atteggiamenti sbagliati e per imparare, purtroppo, bisogna prendere misure forti. Sono episodi che capitano in tutti gli oratori,

ha dichiarato nel corso di un’intervista rilasciata al Corriere della Sera. In effetti quello del Lodigiano non è l’unico caso di questo tipo. Lo scorso maggio, il parroco della Chiesa di San Biagio, a Marina di Minturno, aveva deciso di tenere chiuso l’oratorio per ben un mese per lo stesso motivo.

Nel post in cui annunciava la decisione, su Facebook, il sacerdote, don Maurizio Di Rienzo, spiegava che, dopo aver ripreso più volte i frequentatori del “campetto parrocchiale” a causa dei loro comportamenti maleducati, non avendo notato miglioramenti, aveva deciso di vietarne momentaneamente l’accesso. Un segnale, insomma, nella speranza che i ragazzi cambiassero atteggiamento e mostrassero più rispetto nei confronti del luogo, generalmente aperto a tutti.

Le proposte di don Enzo

Ciò che i parroci chiedono è “la buona educazione, come in ogni altro luogo”. E non è giusto che, alla fine, per colpa di un gruppo di pochi – ragazzi che avrebbero problemi anche al di fuori dell’oratorio -, ci rimettano tutti, anche i bambini.

Sono ragazzi disturbati, che hanno problemi e famiglie che spesso li seguono poco ed è difficile incontrare. Gli stessi già l’anno scorso in piscina si sputavano addosso ed erano stati allontanati e il sospetto è che ci siano loro dietro le ‘vedovelle’ (le tipiche fontanelle lombarde, ndr) divelte in centro e alla stazione ferroviaria nei giorni scorsi,

ha spiegato ancora don Enzo. Per cercare una soluzione, nei prossimi giorni, dopo aver riaperto gli spazi comuni, la parrocchia di Maleo organizzerà

un incontro con un pedagogista per dare ai collaboratori qualche consiglio su come approcciare i ragazzi.

Lui, dice, sarebbe propenso a fare in modo che un educatore professionale possa seguire i ragazzi mentre sono in oratorio. Si tratta di un approccio cognitivo-comportamentale che però, ovviamente, ha dei costi. E non è detto che la parrocchia riesca a permetterseli. Per questo, nel frattempo, c’è chi avanzato proposte più “creative”, come quella di creare a una sorta di tesserino che regoli gli ingressi, distinguendo tra ragazzi “buoni” e “cattivi”, permettendo ai primi di fruire degli spazi messi a disposizione della chiesa e limitando l’azione dei secondi, a mo’ di punizione.

Una soluzione che il parroco non ha commentato. Ma che, evidentemente, non rientra tanto negli ideali della comunità. Come ha ribadito più volte, l’oratorio, come gli altri luoghi della parrocchia, “è la casa di tutti”. Allontanarne qualcuno è sempre la decisione meno facile. Anche perché, spesso, è meglio che i ragazzi problematici frequentino questi luoghi piuttosto che altri.