Più di ottomila tonnellate di cibo: è questo il risultato dei sequestri di alimenti irregolari operati dai carabinieri dei Nas nell’ultimo anno. Lo rivela il bilancio del Comando per la Tutela della Salute dell’Arma, stilato in occasione della Giornata mondiale della sicurezza alimentare.

I militari hanno operato circa 27mila ispezioni nei confronti dell’intera filiera agroalimentare, rilevando irregolarità più o meno gravi in oltre 10mila strutture ispezionate. Si tratta del culmine di un lavoro che va avanti da oltre 60 anni. Lo scopo dei Nas è quello di tutelare la salute dei cittadini, attraverso una capillare azione su tutto il territorio nazionale. I controlli hanno permesso di sequestrare le sopra citate 8mila tonnellate di alimenti contraffatti: alimenti che, senza i dovuti controlli, sarebbero finiti sulle tavole degli italiani.

Sequestri alimenti irregolari, per i Nas un bottino da oltre 34 milioni di euro

I sequestri sono spesso legati a una provenienza ignota dei prodotti, in molti casi conservati in pessime condizioni igienico-sanitarie, oppure stoccati in ambienti non adeguati. Alcuni degli alimenti recavano evidenti segni di alterazione e avevano di gran lunga superato le date di scadenza. Il bottino complessivo della refurtiva ammonta ad un valore superiore ai 34 milioni di euro.

16.118 le violazioni emerse nel corso dei controlli, in barba alle norme nazionali e comunitarie volte a regolamentare igiene e sicurezza degli alimenti. Tre operatori del settore alimentare sono stati arrestati dai carabinieri. Si tratta, nel concreto, di due veterinari, addetti ai controlli delle filiere. Lavoravano nel settore delle carni e in quello lattiero-caseario: sono accusati di corruzione ed abuso di ufficio. In manette anche il titolare di un caseificio, per furto di energia elettrica.

Più di 9.300 persone hanno ricevuto una segnalazione alle autorità competenti: per 772 di loro una denuncia all’autorità giudiziaria. I Nas hanno inoltre elevato sanzioni amministrative per oltre 126 milioni di euro. Sono 798 le strutture, per un valore complessivo di oltre 500 milioni di euro, chiuse per gravi irregolarità igienico-sanitarie ed autorizzative.

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