È una storia terribile, quella che riguarda l’omicidio di Ornella Pinto, la 40enne napoletana accoltellata davanti agli occhi del figlio di appena tre anni dal marito, Pinotto Iacomino, nel marzo del 2021. Per il delitto il 43enne è stato condannato all’ergastolo. Secondo gli inquirenti agì “per gelosia”, dopo aver ricevuto la notizia che la moglie – che lo aveva lasciato da qualche giorno – aveva intrapreso una nuova relazione sentimentale. Una versione dei fatti prima appoggiata e poi cambiata dall’imputato, che aveva parlato di un “raptus” improvviso. Per questo, nei suoi confronti, si terrà un processo di appello. Una notizia che ha lasciato senza parole i familiari della vittima.

Ornella Pinto, storia della 40enne uccisa dal marito a Napoli

I fatti risalgono alla notte tra il 12 e il 13 marzo 2021. Pinotto Iacomino, all’epoca 43enne, si era introdotto nell’abitazione in cui, fino a poco tempo prima, aveva vissuto con la moglie – che lo aveva poi lasciato – e il figlio di 3 anni, colpendo la 40enne con tredici coltellate, fino a lasciarla in una pozza di sangue. Convinto di averla uccisa, si era allontanato, dandosi alla fuga: ma Ornella era ancora viva e, benché gravemente ferita, era riuscita a mettersi in contatto con la sorella, Stefania, chiedendole aiuto.

Quando era arrivata, le condizioni della donna erano disperate. Sarebbe morta qualche ora dopo, dopo essere stata trasferita al Cardarelli di Napoli. Nella stanza accanto alla sua, c’era il figlio, di appena tre anni, che aveva sentito tutto. Si nascondeva sotto le coperte e all’arrivo di Stefania aveva detto solo poche, terribili, parole:

Zia, papà ha ucciso mamma.

Mentre lei spirava in una camera d’ospedale, Iacomino si costituiva in una caserma in provincia di Terni, ammettendo le sue responsabilità. Diceva di aver accoltellato l’ex moglie utilizzando un’arma già presente in casa della donna. Nel corso delle indagini, gli inquirenti misero in luce una versione diversa: dissero che il delitto era premeditato e che il coltello usato per l’omicidio – un coltello da cucina con una lama di 21 centimetri – l’aveva portato lui, dopo averlo prelevato dall’hotel in cui si era stabilito. Aveva agito, aggiunsero, “per gelosia”, dopo aver scoperto che la 40enne, che lo aveva lasciato, aveva iniziato a frequentare un altro uomo.

La condanna all’ergastolo e il nuovo processo

Per il delitto Iacomino è stato condannato all’ergastolo. Non prima, però, di aver cambiato la propria versione dei fatti. Sostiene ora di aver agito perché colto “da un raptus” al culmine di una discussione. Il suo obiettivo è, probabilmente, quello di far cadere le aggravanti della crudeltà e della premeditazione. Nei suoi confronti si terrà quindi un nuovo processo, in Appello.

Gli è stato dato l’ergastolo, di più non si poteva. Non esiste un ‘di più’, ma anche se ci fosse stato, non ci avrebbe riportato Ornella. Ma una cosa non la tollero: il diritto di fare appello. Io credo che in certi casi la giustizia debba intervenire come un fulmine, istantaneamente. Dovrebbe evitare lo stillicidio che noi familiari siamo costretti a vivere. Invece tra poco comincerà il processo e per noi si dovrà riaprire una ferita,

ha dichiarato la sorella della vittima nel corso di un’intervista riportata dal Corriere della Sera. È stata lei a precipitarsi a casa della donna dopo il terribile omicidio. È stata lei, insieme al marito, a prendersi cura del figlio di Ornella, in questi due anni, proteggendolo e amandolo.

Lui sa tutto, non si sa cosa abbia visto, ma sa,

ha detto. La sua speranza è che possa non subire ulteriormente i gesti del padre, che l’hanno già privato di una mamma, esponendolo a tanto dolore.