Dopo lunghe settimane di tensione, Francia e Italia tornano a parlarsi. Fautore di questo ritorno di fiamma è il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che ieri è volato a Parigi per incontrare il Primo Cittadino francese Emmanuel Macron.
«Pompiere»: così il quotidiano francese Les Echo descrive la figura di Mattarella. Il nostro Capo dello Stato è dunque chiamato ad operare un allineamento tra i due Paesi che nell’ultimo periodo si erano presi a pungi, nel tentativo di lasciare terreno fertile alla Premier Giorgia Meloni per un dialogo più politico con Macron.
Al suo arrivo a Parigi, Mattarella ha incontrato 100 giovani diplomatici italiani e francesi a cui ha ricordato l’impegno di amicizia tra le due Nazioni a cavallo delle Alpi citando De Gaulle. Fu proprio lui che ad Algeri, nel lontano ’43, parlò di un’inter-dipendenza tra Italia e Francia, proprio ciò che Mattarella si auspica che la diplomazia dei due Paesi continuerà ad alimentare.
A margine dell’incontro, che avrà il suo clou nel pranzo privato all’Eliseo, Mattarella ha inaugurato insieme a Macron la mostra “Napoli a Parigi”, che vuole onorare i rapporti storici tra Francia e Italia.
Per Mattarella questo incontro è utile per riaffermare rapporti fondamentali intorno a valori condivisi:
Celebriamo la saldezza dei rapporti, insieme abbiamo contribuito alla fondazione dell’Ue intorno a un nucleo di valori condivisi: democrazia, tolleranza, solidarietà.
Mattarella a Parigi per incontrare Macron: i temi sul tavolo
L’incontro con i diplomatici, l’inaugurazione della mostra al Louvre, il pranzo con Macron: tutto per discutere di alcuni temi caldi, anzi caldissimi, del rapporto tra Italia e Francia. Si discuterà sicuramente del sostegno all’Ucraina e dei rapporti con l’Unione europea, anche per operare un nuovo Patto di Stabilità.
Ma la portata principale nell’agenda di questo incontro politico è sicuramente l’argomento immigrazione. A Parigi sono ben consci della sfida che questo tema rappresenta e affermano che
abbiamo la stessa visione sul controllo delle frontiere sul Mediterraneo e su prevenzione delle partenze e lotta ai traffici di esseri umani grazie agli accordi con Paesi di origine e di transito.
Il problema però sta tutto nella gestione degli asili. «Geografie differenti», commenta semplicemente l’ambasciatore Christian Masset: da una parte l’Italia, primo punto di approdo, dall’altra la Francia, meta di migrazione secondaria. E allora che fare? La soluzione non si prospetta dietro l’angolo, ma dall’Eliseo confermano
l’intenzione di lavorare insieme per un primo accordo a giugno nella cornice europea, e insieme trovare la sintesi.
Un’iniziale disgelo tra Francia e Italia si era visto già nei giorni scorsi
La visita di Mattarella a Macron non fa che confermare – mettendo forse un definitivo sigillo – una tendenza al riavvicinamento che si era già notata nei giorni scorsi. A seguito degli attacchi del Governo francese sulla gestione dell’immigrazione operata da Meloni, si è tornato a parlare di distensione dopo il 2 giugno.
Quel giorno infatti, in occasione della Festa della Repubblica Italiana, la ministra degli Esteri francese Catherine Colonna, il Guardasigilli Éric Dupond-Moretti, il titolare dell’Autonomia Jean-Christophe Combe e la sottosegretaria ai Partenariati internazionali Chrysoula Zacharopoulou si erano uniti alle celebrazioni del Bel Paese all’ambasciata italiana.
Proprio la Ministra Colonna aveva rivolto al vicepremier Antonio Tajani un saluto cordiale, rinnovando il rispetto reciproco e la volontà di cooperare.