A quarant’anni dall’arresto di Enzo Tortora, la figlia Gaia, nel libro a ‘Testa alta, e avanti’, racconta la sua storia e quella della sua famiglia. Il libro, edito da Mondadori, sarà presentato venerdì 9 giugno alle 18 al museo Novecento di Firenze.
Sarà presente, oltre l’autrice, anche il sindaco Dario Nardella.
“Testa alta, e avanti”, Gaia Tortora: “Ogni giorno tre innocenti finiscono in carcere per errore”
Con questo libro, Gaia Tortora, giornalista de La7, vuole condividere il proprio intimo dolore e raccontare la sua storia, nella consapevolezza che non sia solo sua:
“Ogni giorno tre innocenti finiscono in carcere per errore, più di mille cittadini l’anno. Combattere contro l’ingiustizia, per impedire che tutto ciò si possa ripetere. E andare avanti, come le diceva suo padre, a testa alta”.
L’errore giudiziario
È il 1983 quando Enzo Tortora viene tratto in arresto dai carabinieri con l’accusa di traffico di stupefacenti e associazione di stampo camorristico, sulla base delle dichiarazioni rilasciate da tre malavitosi, in carcere proprio per mafia.
Si tratta, però, di un errore e lo si scopre solo tre anni più tardi, al termine di un vero e proprio calvario giudiziario.
In un’intervista al Corriere della Sera, è Gaia Tortora, figlia di Enzo Tortora, parlando del calvario giudiziario affrontato dal padre:
“Era chiaro fin dall’inizio che l’inchiesta fosse piena di incongruenze e nessuno ha voluto vedere. Nessuno si è mai posto domande. E allora chiedo adesso: come mai soltanto Vittorio Feltri si prese la briga di leggere gli atti e scrivere che forse la realtà non era come la stavano raccontando?”.