Secondo l’Ocse i ritardi nell’attuazione del Pnrr potrebbero portare a una riduzione del Pil dell’Italia. Questo quanto emerge dall’ultimo rapporto dell’organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico.
Va sicuramente bene che la politica italiana fiscale del biennio 2023-24 abbia trovato un giusto equilibrio tra prudenza fiscale e sostegno alla crescita, ma tale situazione di assestamento non potrà perdurare più a lungo di così. Per l’Ocse si rende dunque necessario un «consolidamento» del fisco, al fine di portare il rapporto tra debito e pil «su un percorso più sostenibile». Inoltre, per l’Organizzazione
la rapida implementazione delle riforme strutturali e dei piani di investimento pubblico del Pnrr sarà fondamentale per sostenere l’attività nel breve termine e per gettare le basi di una crescita sostenibile nel medio termine.
Pnrr, l’Ocse denuncia i ritardi nella spesa: “Influiranno sul Pil dell’Italia, servono progetti più redditizi”
L’Organizzazione per la cooperazione economica si sofferma in particolare sui ritardi che l’Italia ha accumulato nella spesa dei fondi europei previsti dal Pnrr. I finanziamenti dell’Europa, che cadono sotto il nome di NextGeneration EU, non sono stati spesi nei termini indicati nel 2022 (stanziato solo il 50% di quanto previsto), provocando imbarazzi nei Governi italiani.
A fronte di questa situazione, l’Ocse individua alcune linee guida per consigliare l’Italia:
Le priorità dovrebbero essere quelle di sostituire rapidamente progetti non redditizi con altri redditizi e rafforzare la capacità della pubblica amministrazione di gestire e attuare in modo efficiente i progetti previsti.
E quali sono i «progetti previsti» non ancora avviati dall’Italia? Si tratta soprattutto di spese per le infrastrutture, per la transizione digitale e verde e per l’assistenza all’infanzia, come riassume in conclusione l’Ocse:
Questi progetti includono la spesa per le infrastrutture per facilitare la transizione digitale e verde, nonché l’espansione dei servizi pubblici di assistenza all’infanzia per promuovere la partecipazione femminile al mercato del lavoro nel contesto di una rapida diminuzione della popolazione in età lavorativa.
Inoltre, l’Ocse ammonisce che
I piani di consolidamento dovrebbero includere misure ambiziose per contrastare l’evasione fiscale e la revisione completa della spesa per aumentare l’efficienza della spesa pubblica. La piena attuazione degli degli ambiziosi piani di investimento pubblico e di riforma strutturale del Pnrr potrebbe far crescere il pil italiano in modo duraturo e avrebbe l’ulteriore vantaggio di ridurre ulteriormente il rapporto debito/pil.
L’Ocse commenta la crescita italiana: “Il Pil reale non aumenterà di molto”
I dati che sono rimbalzati nelle sezioni di economia delle varie testate parlano di una crescita del Pil italiano pari al 1,2% per il 2023, stima che si assesta all’1% per il 2024. L’Ocse descrive queste stime con accento critico:
Il Pil reale crescerà in modo modesto nel 2023-24, nonostante il recente calo dei prezzi dell’energia e il previsto rafforzamento della spesa per i servizi pubblici nazionali.
Questa crescita modesta, così come descritta dall’Organizzazione con sede a Parigi, è dovuta soprattutto all’erosione dei redditi, all’inflazione e all’inasprimento delle condizioni finanziarie. Tutte situazioni che limitano i consumi e gli investimenti dei privati.
A tutto questo si aggiunga il fastidioso aumento dei costi di finanziamento, che darà un’ulteriore botta agli investimenti. Colpito sarà soprattutto il settore residenziale, in quanto verrà investito anche dalla riduzione del Superbonus.