Una baby gang di Palermo è stata sgominata dalle forze dell’ordine dopo essersi resa protagonista di episodi di violenza particolarmente feroci, come un raid compiuto lo scorso dicembre durante la movida cittadina. I cinque membri della banda sono stati assegnati a una comunità di recupero per minori.

Sgominata baby gang di Palermo, cinque membri arrestati con l’accusa di lesioni aggravate in concorso

Dalla violenza brutale nelle strade, alla comunità di recupero.
È questo il percorso, tutt’altro che nobile, compiuto da cinque ragazzi appartenenti a una baby gang, finiti in manette a seguito di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip di Palermo. Su di loro pende l’accusa di lesioni aggravate in concorso.

L’arresto è stato eseguito in virtù delle indagini compiute dalla Sezione Contrasto al Crimine diffuso – Falchi, che aveva preso di mira la banda dopo un brutale atto di violenza commesso lo scorso dicembre, in piena movida nella città siciliana.

Il raid in via Candelai del dicembre 2022 e le quattro vittime all’ospedale

La banda era stata attenzionata dopo un fatto di cronaca avvenuto alla fine dello scorso anno, avvenuto in via Maqueda angolo via Candelai, nella città siciliana. Il 4 dicembre, infatti, la gang ha messo in atto un’aggressione particolarmente efferata ai danni di quattro maggiorenni, brutalmente pestati anche con l’utilizzo di ‘tirapugni’.
Le vittime sono finite all’ospedale con una prognosi di 40 giorni, riportando una serie di gravi fratture, mandibolari e alle ossa della faccia, oltre al conseguente trauma cranico.

Grazie alle riprese delle telecamere di sorveglianza della zona, oltre alle foto scattate dalle stesse vittime, gli inquirenti hanno potuto rintracciare i 15 membri della banda e procedere con l’inchiesta ai loro danni. Oltre ai cinque arrestati, la polizia ha effettuato perquisizioni e sequestri su altri 8 minorenni, per i quali non è stato emesso, però, ordine di custodia cautelare.

Baby gang a Palermo, violenza per sopraffare il prossimo

Dietro una simile violenza non ci sarebbero ragioni o motivazioni profonde. Secondo il questore di Palermo, Leopoldo Laricchia, alla base di simili comportamenti ci sarebbe il semplice “istinto di sopraffazione del prossimo, fino ad annullarlo“.

Una pulsione che, però, continua ad alimentare un fenomeno criminale in ampia diffusione nel nostro paese, come confermano i recenti fatti di cronaca avvenuti a Napoli e a Perugia.