L’isolamento sociale e lo stress della pandemia hanno avuto un impatto negativo soprattutto sui bambini. E’ il tema che affrontiamo oggi nella rubrica “Non solo trentatré”, curata dai Prof. Enrico Ferri e Claudio Loffreda-Mancinelli, con il contributo del Professor Brian A. Primack.
Gli effetti negativi della pandemia sullo sviluppo dei bambini
Professor Primack qual’e’ stato l’impatto del COVID-19 sullo sviluppo del bambino?
“Dovremmo descrivere il Covid come un catalizzatore. In altre parole, stavamo già andando verso una società più basata sulla tecnologia e sul digitale, una società che sostituisse molte interazioni sociali classiche in cui il rapporto interpersonale è il fulcro. Il Covid non ha fatto altro che accelerare questi cambiamenti.
Molti sono stati gli aspetti negativi di questo processo. Tra le tante problematiche ricordiamo l’eccessivo uso dei social media, solitudine, ansia e depressione.
La chiusura di scuole, asili nido e parchi giochi ha tagliato fuori i bambini dalle attività educative, ricreative e sociali.
L’isolamento sociale e lo stress della pandemia hanno avuto chiaramente un impatto negativo. Gli effetti variano in base all’età; bambini piccoli e meno piccoli non hanno mai avuto l’opportunità di giocare ed interagire con i propri coetanei ed ora stanno vivendo problemi di salute mentale a tassi senza precedenti”.
Perché si sviluppano questi problemi?
“Man mano che i bambini si sviluppano socialmente ed emotivamente traggono grandi benefici dal nido, dall’asilo e dal gioco con coetanei. Queste interazioni aiutano i bambini ad imparare come sviluppare relazioni, andare d’accordo con gli altri e risolvere i problemi”.
I primi tre anni di vita sono cruciali per lo sviluppo del cervello.
Importantissime sono le interazioni tra i bambini e i loro coetanei ma anche tra bambini e chi si prende cura di loro. I bambini hanno bisogno di essere toccati, tenuti in braccio, di parlare, sorridere, giocare. Mentre ricevono e rispondono a quelle interazioni, in un modo “apprendere e restituire”, le connessioni neurali vengono costruite nel cervello. Quando non si hanno queste interazioni, o non se ne hanno abbastanza, il cervello, le funzioni del cervello, non si sviluppano come dovrebbero.
Ci sono anche altre cause che possono aver contribuito a questo quadro?
“Abbiamo già detto che il Covid ha chiaramente accentuato delle problematiche già presenti, anche se in fase latente, legate alla “digitalizzazione” della nostra società. Purtroppo, a peggiorare le cose, si è sovrapposto l’utilizzo indiscriminato, senza supervisione dei social media.
Spesso non c’è equilibrio tra la qualità e quantità dei contenuti e l’esposizione che i ragazzi hanno di quei programmi, durante i quali il bambino vive in un isolamento virtuale rispetto a ciò che lo circonda. Questa situazione può non solo portare a ritardi nel linguaggio, ma anche a turbe di depressione adolescenziale o a scarso rendimento scolastico. Dovremmo limitare questo uso improprio cercando di stabilire una “dieta equilibrata dei social media”. Questi aspetti sono stati descritti in modo approfondito nel libro “Sei quello che clicchi”.
Abbiamo poi delle realtà familiari. Per un genitore stressato o depresso, può essere difficile trovare il tempo, avere l’energia o l’interesse per parlare e giocare con il bambino. Esistono numerosi studi che dimostrano che la depressione materna, la povertà e altri fattori di stress familiari possono cambiare per sempre lo sviluppo del bambino”.
Gli studi
Ci sono studi che hanno stabilito una relazione tra cambiamenti sociali e turbe di apprendimento?
“Certamente. Il COVID-19 ha interrotto le attività sociali, ha influenzato in maniera negativa il numero e il tipo di interazioni con altre persone. I bambini in media hanno interagito con meno persone, hanno visto meno volti a causa delle mascherine rispetto a prima della pandemia.
Un recente studio ha messo a confronto lo sviluppo della prima infanzia nei bambini nati durante la pandemia rispetto a quelli nati nel decennio precedente. I bambini nati tra marzo 2020 e giugno 2021 presentano punteggi più bassi nel linguaggio, nelle capacità motorie e nel pensiero. In genere, circa 1 bambino su 6 sperimenta un ritardo dello sviluppo.
Ma i bambini nati durante la pandemia, hanno quasi il doppio del rischio di ritardi nello sviluppo della comunicazione e dello sviluppo sociale. Ritardi nella comunicazione possono significare che un bambino impari a parlare più tardi, parli meno o usi gesti, invece di parlare. Potrebbero verificarsi ritardi nello sviluppo sociale quando un bambino non risponde al proprio nome quando viene chiamato, non guarda ciò a cui gli adulti prestano attenzione nell’ambiente o non gioca con altri bambini o con familiari”.
Vi sono conseguenze a lungo termine causate da queste situazioni?
“Non lo sappiamo ancora, dal momento che non abbiamo mai vissuto qualcosa di simile prima. Solo il tempo ci dirà davvero se quei ragazzi che sono un po’ indietro riusciranno a recuperare terreno nei prossimi anni, o se quei deficit si prolungheranno nel tempo.
È difficile dire se i bambini che soffrono di questi ritardi potranno superare in modo indipendente queste lacune o se avranno bisogno di servizi continui o di un’istruzione speciale fino alla scuola elementare e oltre. Certamente più grave è il ritardo, più è probabile che il bambino necessiti di servizi specialistici continui”.
Consigli per i genitori
Cosa consiglia ai nostri genitori?
“È fondamentale in questi casi parlare con il pediatra per sapere se il bambino soddisfi determinati parametri di sviluppo. Nel caso di comportamenti anomali, la prima cosa da fare è capire cosa non va. È importante prestare attenzione a ciò che sta accadendo e discuterne con il medico. Un trattamento precoce personalizzato e promosso da personale specializzato può risultare fondamentale nella cura dei pazienti.
Dopo una valutazione di base da parte di un team di professionisti, ci si avvarrà di una serie di servizi specialistici, fisioterapia, servizi psicologici, logoterapia, che potranno essere utilizzati a seconda dei casi. È sempre importante, almeno inizialmente, soprattutto in caso di ritardo nel linguaggio, escludere cause collegabili al sistema uditivo”.
Ci sono cose che possiamo fare a scuola o a casa per migliorare la situazione?
“È fondamentale, in questo momento, massimizzare ogni tipo di comunicazione ed interazione.
Sia ai genitori e agli insegnanti della prima infanzia si raccomanda di sostenere lo sviluppo del linguaggio fornendo interazioni e conversazioni continue e stimolanti.
La lingua è il modo in cui condividiamo le esperienze. Tuttavia, i bambini con ritardi nello sviluppo potrebbero non parlare molto. Gli adulti possono creare opportunità per parlare, il che aiuta i bambini a sviluppare la capacità di comunicare e interagire con gli altri.
Presentare al bambino un giocattolo, uno spuntino, un bicchiere d’acqua, e accompagnare tale presentazione ripetendo più volte il nome dell’oggetto, arricchendo la presentazione con contenuti particolari: es.: “Una bella macchina rossa con le ruote nere”. La parte importante è stimolare il bambino a cercare di parlare, non è necessario che le parole escano perfettamente. Se il discorso del bambino è incomprensibile, bisogna chiedergli di indicare e parlare allo stesso tempo per mostrare la sua scelta.
Quando gli adulti forniscono interazioni calorose e di supporto, i bambini continuano ad avere migliori competenze linguistiche in età prescolare, un migliore vocabolario e capacità di lettura. Condividere libri, leggere al bambino, facendo domande sulle figure e disegni. Tutte operazioni che stimolano il bambino.
Il tutto con un approccio positivo e impegnato”.
Professore, un’esortazione per tutte le famiglie?
“Torniamo tutti a parlare, a pranzo, a cena. Eliminiamo i social media dalla tavola. Il miglior esempio per i bambini siamo noi genitori. …….. E non sottovalutiamo il “potere” dell’industria elettronica in generale. Questa è un’industria multimiliardaria che ha innumerevoli esperti di marketing, psicologi, lobby, che progettano con molta cura annunci pubblicitari, minispot, utilizzando tecniche molto sofisticate e convincenti con l’ovvio obiettivo di mantenere il maggior numero possibile di persone collegate o che utilizzino i loro prodotti.
In alcuni casi può verificarsi una vera e propria dipendenza, con persone che necessitano di assistenza psichiatrica. E questo non solo nei bambini!”.
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