È stato assolto in Appello per non aver commesso il fatto Claudio Foti, lo psicoterapeuta indagato per presunti affidi illeciti di minori in relazione al caso Bibbiano. In primo grado l’uomo, titolare dello studio Hansel & Gretel, era stato condannato a quattro anni di reclusione con rito abbreviato per abuso d’ufficio e lesioni gravissime in seguito alla presunta alterazione psichica di una paziente all’epoca minorenne. Una conclusione che i suoi legali, allora gli avvocati Giuseppe Rossodivita e Girolamo Andrea Cuffari, avevano commentato aspramente, proponendo un parallelismo con il caso di Enzo Tortora, ingiustamente arrestato nel 1983. Dopo due anni dall’ultima sentenza, i giudici hanno dato loro ragione.
Caso Bibbiano, assolto in Appello Claudio Foti
La Corte di Appello di Bologna ha confermato l’assoluzione dell’imputato dall’accusa di frode – come già era stato fatto in primo grado -, ma anche da quelle di abuso d’ufficio e lesioni gravissime, per “non aver commesso il fatto” e perché “il fatto non sussiste”. Il riferimento era all’affidamento senza gara, alla sua associazione – in concorso con l’allora sindaco di Bibbiano Andrea Carletti -, dei servizi di psicoterapia nell’Unione dei Comuni della Val D’Enza. Ma anche alla presunta alterazione psichica di una paziente, all’epoca dei fatti minorenne, che, secondo l’accusa, sarebbe stata convinta dal professionista di essere stata abusata sessualmente, attraverso l’utilizzo della discussa “macchina dei ricordi”, l’Emdr.
Hanno vinto la verità e la giustizia, dopo quattro anni di gogna. Ho pianto perché si è incrinato il teorema accusatorio,
ha dichiarato, una volta uscito dall’aula, Claudio Foti, che ha sempre sostenuto di aver lavorato con professionalità. In primo grado, due anni fa, era stato riconosciuto colpevole di due dei tre capi d’imputazione e condannato a quattro anni di reclusione. Una decisione, quella dei giudici, che i suoi legali avevano criticato, sostenendo la sua innocenza ed estraneità ai fatti.
È una follia totale, il metodo suggestivo è la psicoterapia del trauma – aveva spiegato l’avvocato difensore Girolamo Andrea Cuffari – quando ci sono dei bambini che hanno subito dei traumi, tutta la letteratura scientifica legittima lo psicoterapeuta a introdurre i temi del trauma. Un minore fa fatica a parlare di ricordi dolorosi e lo psicoterapeuta, da sempre in tutto il mondo, introduce il tema del trauma. In questo modo non commette reato. Sennò si dovrebbero mettere in galera tutti gli psicoterapeuti.
A Reggio Emilia è in corso, intanto, il processo agli altri 17 imputati con rito ordinario. Sono accusati, a vario titolo, di aver agito per togliere diversi bambini alle loro famiglie di origine e affidarli ad altre, dopo averli manipolati psicologicamente, spingendoli a credere di essere stati vittime di abusi (per giustificarne lo spostamento). L’inchiesta, con il nome “Angeli e Demoni”, è stata tra le più discusse del nostro Paese, tanto da diventare un vero e proprio slogan politico.
Le dichiarazioni della difesa dopo la sentenza
Il processo Foti è un processo alla scienza ed è stato un processo di persecuzione e pregiudizio. Abbiamo dimostrato alla Corte di Appello che la scienza prima di tutto assolveva Claudio Foti e che ogni suo comportamento è stato ispirato al rispetto delle regole della sua professione,
ha dichiarato l’altro avvocato difensore dello psicoterapeuta, Luca Bauccio, ai microfoni dell’Adnkronos. Per questo, ha aggiunto, non temono il giudizio della Cassazione.
Foti dopo 4 anni di persecuzione viene restituito alla vita, chi muore oggi sono invece coloro i quali con cinismo hanno speculato e sfruttato un’accusa infondata per rendite politiche e personali,
ha concluso. Il riferimento è alla campagna elettorale del 2020 che, in Emilia-Romagna (e non solo), fece leva proprio sul caso per attaccare il Pd, il partito del primo cittadino coinvolto nelle indagini.