Oggi, nella rubrica “Non solo trentatré” curata dai Prof. Enrico Ferri e Claudio Loffreda-Mancinelli, ci occupiamo degli effetti dell’uso delle tecnologie digitali nella vita dei bambini. Ne parliamo con la Professoressa Susan G. Berman Kress, PhD.
Bambini e tecnologia, quando un uso eccessivo è nocivo alla salute?
Professoressa, uso ed abuso di televisione e di elettronica per i bambini è un problema recente?
“Certamente no. Per decenni, c’è stato un dibattito scientifico e un considerevole dibattito pubblico sul fatto che l’uso dello schermo, sia esso televisivo che di altri dispositivi elettronici, aiuti o ostacoli lo sviluppo precoce del bambino, in particolare lo sviluppo delle abilità linguistiche. Negli ultimi anni questo dibattito è diventato molto più attuale, acuito dalla facilità di accesso e dall’uso, a volte senza controllo, dei media digitali da parte dei bambini”.
Oggi I bambini, e non solo loro, trascorrono troppo tempo davanti alla TV, giocando con uno smartphone o un iPad?
“Anche se un po’ di tempo sullo schermo può essere educativo, è facile esagerare.
Sia l’American Academy of Pediatrics che la Società italiana di pediatria, nelle loro linee guida, scoraggiano l’uso dei media da parte dei bambini di età inferiore ai 2 anni e ne raccomandano l’uso da parte dei bambini più grandi a non più di una o due ore al giorno”.
Ci sono problemi direttamente connessi ad un eventuale abuso?
“Troppo tempo sullo schermo può essere collegato a problemi dietetici e di obesità:
Il rischio di sovrappeso è direttamente collegato sia alla qualità del cibo (cibo spazzatura) spesso promosso dalla pubblicità, sia alla quantità (aumento degli spuntini) che risulta spesso esserci mentre il bambino è distratto dall’elettronica. Ulteriori problemi sono la difficoltà ad addormentarsi o a sviluppare vere e proprie turbe del sonno”.
Quando gli studenti delle elementari trascorrono più di due ore al giorno guardando la TV, con videogiochi o utilizzando smartphone o iPad, possono sviluppare problemi emotivi, sociali e di attenzione che possono riflettersi sul rendimento scolastico.
Una scarsa supervisione, di programmi o giochi non appropriati, può inoltre causare nel bambino una possibile desensibilizzazione alla violenza. I bambini potrebbero imparare ad accettare il comportamento violento come un modo normale per risolvere i problemi.
Infine, una ovvia conseguenza di questo fenomeno è un ridotto tempo di gioco attivo e creativo.
Il ruolo dei genitori
I genitori cosa possono fare per evitare queste possibili conseguenze?
“Inizialmente può essere difficile iniziare a limitare il tempo davanti allo schermo dei bambini. Tuttavia, è fondamentale creare nuove regole domestiche e apportare costantemente piccoli cambiamenti alla routine del bambino in modo da ridurre gradualmente il tempo davanti allo schermo e i suoi potenziali effetti negativi. E, senza dubbio, sta agli adulti per primi rispettare queste regole, almeno in presenza dei bambini.
È importante pianificare ciò che il bambino vede, cercare programmi di qualità, interattivi. Quando il bambino usa l’iPad, o il telefono, vive in una bolla, si isola completamente da tutto ciò che lo circonda. Quando poi questi dispositivi vengono usati anche a tavola, purtroppo spesso anche dagli adulti, si limita la conversazione, l’interazione e il coinvolgimento dialettico sulle problematiche di tutti i giorni”.
Ma sono stati condotti studi specifici al riguardo?
“Un recente studio pubblicato su Jama Pediatrics dimostra una relazione diretta e negativa tra ore trascorse davanti a televisione, telefono o iPad, e linguaggio del bambino, soprattutto quando quantità e qualità dei programmi visionati non sono regolati da alcun limite. Contrariamente la visione di programmi educativi, di qualità, soprattutto quando alla visione partecipa anche il genitore, o la persona responsabile del bambino, è associata positivamente allo sviluppo delle abilità linguistiche del bambino”.
E quindi, in definitiva, i risultati supportano le raccomandazioni delle associazioni pediatriche che pongono l’accento sul limitare l’esposizione allo schermo, consigliano di selezionare una programmazione di alta qualità e, quando possibile, co-visualizzare i programmi col bambino.
L’importanza di una visione attiva
Quindi l’insorgere di problemi è legato a quanto tempo il bambino dedica a queste attività?
“Il problema è sia quantitativo che qualitativo. L’uso di questi dispositivi può essere collegato ad un comportamento passivo o sedentario del bambino e incidere sull’ apprendimento critico, sulla crescita e sviluppo del linguaggio. I bambini piccoli non sono impegnati in scambi diadici, che non sono altro che la comunicazione di contenuti, concetti, espressi in maniera adeguata e chiara, comprensibili e quindi in grado di produrre conoscenza e promuovere la comunicazione e l’acquisizione del linguaggio.
Mancando questa interazione si può generare appunto un ritardo del linguaggio. Il bambino inoltre guarda questi programmi in modo passivo. Spesso non vi è interazione. Ecco quindi l’importanza della co-visualizzazione, la visione dei programmi con un genitore, un adulto, che interagendo e parlando o commentando, aggiungerà una componente attiva, stimolante al processo”.
In termini di qualità si presume che contesti e contenuti possano compensare alcuni dei rischi derivati alla mancanza di interazione attiva, e che quindi una programmazione valida possa servire ad arricchire piuttosto che inibire linguaggio infantile.
Ma alcuni ricercatori hanno contestato questa affermazione e hanno sostenuto che questa nozione si basa solo su affermazioni di marketing fuorvianti“.
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