Riforma dei bonus edilizi, è partita la corsa alle proposte per riordinare il sistema delle agevolazioni legato ai lavori di efficientamento energetico e agli interventi di ristrutturazione. Tra quelle già sul tavolo del governo, vi è l’iniziativa della Lega a firma di Alberto Gusmeroli, Laura Cavandoli, Giulio Centemero e Alberto Bagnai che prevede due uniche e sole aliquote, del 60% e del 100%. Ma soprattutto, la suddivisione della platea dei contribuenti tra capienti e incapienti. Nelle intenzioni dei proponenti, per alcune categorie di contribuenti potrà continuare a essere utilizzato anche lo sconto in fattura o la cessione dei crediti d’imposta. Quindi, non necessariamente la detrazione fiscale che dovrebbe andare a vantaggio di chi ha una capienza fiscale più elevata. Per entrambe le platee, in ogni modo, l’arco temporale delle detrazioni fiscali dovrebbe essere più lungo.
Riforma bonus edilizi, proposta due aliquote 60% e 100%: cosa prevede l’accorpamento del superbonus
In arrivo la riforma dei bonus edilizi che ingloberebbe anche il superbonus, in vista di un riordino delle varie agevolazioni fiscali, questione sulla quale il governo guidato da Giorgia Meloni dovrebbe intervenire già nella legge di Bilancio 2024. Sul tavolo dell’esecutivo c’è già la proposta della Lega, firmata da quattro componenti della Commissione Finanze alla Camera (Alberto Gusmeroli, Laura Cavandoli, Giulio Centemero e Alberto bagnai) che prevede due sole aliquote per tutti i lavori che interessino le ristrutturazioni e l’efficientamento energetico. La platea dei soggetti agevolati dai bonus dovrebbe essere composta dai soli capienti e incapienti. Ai capienti, ovvero coloro che possono vantare redditi medio-alti e in grado di coprire con la detrazione fiscale parte delle spese sostenute per gli interventi, dovrebbe toccare la percentuale di agevolazione fiscale del 60 per cento, scorporabile in un periodo di tempo che va dai cinque ai 20 anni.
Riforma bonus edilizi, per i meno capienti torna lo sconto in fattura e la cessione crediti d’imposta
Per i soggetti incapienti, la percentuale di detrazione fiscale dei nuovi bonus edilizi dovrebbe essere del 100%. Si tratterebbe, dunque, di assicurare a una platea di cittadini dalla ridotta capacità fiscale, di poter svolgere i lavori di ristrutturazione e di efficientamento energetico godendo di uno sconto a copertura totale del costo. Novità importante per questa seconda platea è la possibilità di avvantaggiarsi del rientro delle spese mediante lo sconto in fattura e la cessione dei crediti d’imposta che tornerebbero a regolare il mercato della “moneta fiscale”, dopo lo stop del decreto legge 11 del 2023.
Secondo i promotori del disegno di legge, un sistema fatto in questo modo di sconti per i lavori edilizi manterrebbe in ordine i conti pubblici, purché si punti a reali interventi che vadano nella direzione dell’efficienza energetica. Proprio in questo ambito, allo stato attuale, i contribuenti possono scegliere tra un’ampia gamma di bonus e di superbonus per la stessa tipologia di interventi.
Riordino agevolazioni fiscali, se ne parlerà nella legge di Bilancio 2024
Il riordino dei bonus edilizi metterebbe fine alla grande varietà di aliquote e di tipologie di agevolazioni, unificando l’ecobonus, il bonus sisma e il superbonus. Tra i lavori che dovranno rientrare nel nuovo sistema di agevolazioni dovranno esserci quelli per la riduzione del rischio sismico, eventualmente – come era stato già anticipato negli ultimi giorni – prevedendo la demolizione e la ricostruzione degli edifici ad alto rischio e acquisto da parte dei contribuenti.
Sullo sfondo c’è la grande incognita posta dalla direttiva europea Case green che impone interventi di riqualificazione energetica per milioni di edifici. A tal proposito, la riforma dei bonus edilizi – già messa all’ordine del giorno votato lo scorso 3 aprile – potrebbe acquistare concretezza in autunno, in sede di adozione della legge di Bilancio 2024.