Il Consiglio regionale della Lombardia ha bocciato, con 43 voti contrari e 23 favorevoli, la mozione discussa questo pomeriggio per delegare un rappresentante dell’aula consigliare a partecipare, indossando la fascia istituzionale, al Milano Pride 2023. 

Voto atteso ma non è una novità

Questa del patrocinio alla manifestazione Milano Pride è storia vecchia. La Regione Lombardia infatti, da quasi trent’anni guidata dal centro-destra, ha sempre negato il patrocinio al Milano Pride.

Lo scorso anno i consiglieri dei M5S avevano chiesto almeno l’illuminazione del Pirellone con la bandiera arcobaleno, ed erano riusciti a strappare la presenza di un rappresentante regionale in fascia.

Quest’anno era stato il consigliere di Patto Civico Luca Paladini ha presentare l’emendamento prontamente cancellato dalla maggioranza del presidente Fontana.

Nel testo si chiedeva, “analogamente a quanto deliberato nel 2022”, una partecipazione istituzionale alla manifestazione milanese “al fine di ribadire l’impegno di Regione Lombardia volto a superare qualsiasi forma di discriminazione e disuguaglianza, promuovendo il pieno rispetto della dignità umana, per una società più giusta, più equa e inclusiva”.

Un’altra occasione persa che purtroppo fa scuola

Un voto quello in regione Lombardia che arriva in concomitanza con la decisione della regione Lazio di non patrocinare la manifestazione LGBTQ+ a Roma. Una scelta coerente con la politica regionale conservatrice, ma in forte contrasto con lo spirito progressista di una città come Milano.

Metropoli della mitteleuropa, multietcnica, aperta alle idee e all’accoglienza. Contenitore di un sentimento orientato al futuro che cozza con questa classe politica cieca che, dai 161 metri di vetro e acciaio di Palazzo Lombardia, la governa.