Piacenza, muore un 20enne probabilmente per un incidente mentre maneggiava una pistola insieme al fratello e ad un amico. L’arma avrebbe sparato accidentalmente, mentre tre ragazzi ci stavano giocando. Il colpo partito ha colpito in testa Enrico che è morto praticamente sul colpo. Sembrano dirigersi verso la direzione del tragico incidente le indagini che stanno svolgendo gli inquirenti, volte a capire come sia morto Enrico Aliaj. E’ lui il giovane di 20 anni che il giorno del 2 giugno scorso è morto a Pontedellolio in provincia di Piacenza, mentre era in compagnia del fratello e di un amico, mentre maneggiavano una pistola. I motivi per cui i ragazzi erano in possesso dell’arma, per altro clandestina, sono ancora da chiarire. A quanto pare però sembra che tutto sia successo per un incidente occorso mentre i tre stavano, in qualche modo, giocando con la pistola. Resta da chiarire perché ci stessero giocando, come l’abbiano avuta e soprattutto se fosse la prima volta che i tre venivano in possesso di un’arma. Fatto sta che più vanno avanti le indagini e più sembra che la soluzione sia questa.

Piacenza, le indagini portano verso la direzione del tragico incidente per la morte del ragazzo di 20 anni per un colpo di pistola

Subito dopo i fatti, a fornire questa versione che sembra possa essere quella giusta, era stato il padre del ragazzo che aveva confermato che la morte era sopraggiunta a causa di un colpo partito involontariamente. Il papà della vittima, nella stessa occasione, aveva anche sottolineato che non fosse a conoscenza di come i tre ragazzi fossero entrati in possesso della pistola che ha sparato e che lui, quando si è verificato l’incidente, non era in casa. L’arma, una revolver Smith&Wesson calibro 38, era clandestina. Ora per la morte di Enrico Aliaj sono indagati gli altri due ragazzi presenti al momento della tragedia. Il fratello della vittima, Elham di 18 anni e un loro amico, minorenne, di 17 anni. I tre erano insieme quel tragico pomeriggio quando Enrico è stato raggiunto da un proiettile alla testa. Anche se resterebbero ancora degli aspetti da chiarire su cui stanno lavorando gli investigatori che devono arrivare a capo della vicenda. La morte di Enrico presenterebbe ancora dei buchi. Tutto si è verificato il pomeriggio del 2 giugno. L’allarme scatta quando i vicini di casa dei due fratelli, sentono prima delle voci e poi uno sparo. Immediatamente, riconoscendo il rumore di un possibile colpo di pistola, i testimoni chiamano aiuto e il numero del pronto intervento. Così i soccorritori arrivano prontamente nell’appartamento da cui era provenuto lo sparo.

Parte un colpo mentre giocano con una pistola illegale, secondo le indagini sarebbe stato un tragico incidente

A Pontellolio, in via Rossi le persone chiamate ad intervenire trovano Enrico riverso a terra, colpito alla testa. Il ragazzo appare subito in condizioni disperate e muore poco dopo l’arrivo dei soccorsi. A quel punto, i carabinieri – anche loro erano stati chiamati e avevano raggiunto l’indirizzo indicato dai vicini di casa – cominciano ad avviare le indagini. Per prima cosa viene effettuata la prova per vedere se i ragazzi hanno impugnato la pistola e chi l’aveva in mano quando è partito il colpo. Così l’esame viene fatto a tutti e tre i presenti, alla vittima e ai due ragazzi che erano con lui. Viene effettuato lo stub (è un particolare tampone ideato per il recupero delle micro particelle ai fini delle analisi. In seguito ai rilievi è necessaria una corretta interpretazione dei risultati perché in caso di esito positivo non è detto che la mano su cui risultano presenti alcune particelle abbia sparato come non è vero il contrario, nel caso non vengano rilevate particelle). Una cosa certa è che la pistola non era denunciata, l’arma è risultata clandestina. Ora i carabinieri, che stanno svolgendo le indagini, devono capire come sia finita nelle mani dei tre ragazzi, di cui uno minorenne. Al momento comunque resta in piedi l’ipotesi del gioco finito male, anche dopo aver ascoltato le versioni dei ragazzi. Secondo quanto raccolto sembra addirittura che la mano che ha sparato sia stata proprio quella di Enrico, la vittima ma che si sia trattato di un gesto involontario e commesso per errore.