ProVita & Famiglia ha accolto con estremo favore la decisione della regione Lazio di revocare il patrocinio al Roma Pride che si terrà nella Capitale sabato 10 giugno. È stata proprio l’associazione, infatti, a chiedere al presidente Rocca di ritirare la sponsorizzazione istituzionale a un evento che, a loro avviso, si rende promotore di istanze come l’utero in affitto. La decisione della regione Lazio di assecondare questa richiesta ha scatenato, come era prevedibile, un’immensa polemica.
Il ritiro del patrocinio potrebbe, però, non essere definitivo: Rocca si è detto pronto a tornare sui suoi passi se Mario Colamarino si scuserà per aver strumentalizzato l’adesione della regione Lazio alla manifestazione. Certo è che oggi il governatore del Lazio ha tentato di smarcarsi dall’accusa di aver ceduto alle pressioni della nota organizzazione pro-life. In un’intervista, infatti, Rocca ha affermato che «ProVita & Famiglia e Pride sono due facce della stessa medaglia, quella dell’ideologizzazione della libertà».
Roma Pride, Coghe (ProVita): “Le loro manifestazioni impregnate di ideologia gender”
Nella revoca del patrocinio della regione Lazio al Roma Pride un ruolo fondamentale è stato sicuramente giocato dall’associazione ProVita & Famiglia. L’organizzazione non profit, infatti, è stata la prima a chiedere al presidente Rocca di rivalutare la possibilità che la regione offrisse la sponsorizzazione al celebre evento della comunità LGBTQIA+. Possibilità poi effettivamente andata in porto.
Rocca ha infatti annunciato ieri di aver deciso di revocare il il patrocinio perché contrariato dalla «manipolazione della concessione» fatta da alcuni esponenti del Pride, i quali avrebbero interpretato il via libera alla manifestazione come un endorsement alla pratica dall’utero in affitto. Fatto, questo, che «ha fatto imbestialire» il presidente del Lazio che ha ricordato come le istituzioni non possano sostenere manifestazioni «volte a promuovere comportamenti illegali». Il riferimento, come è noto, è al cosiddetto utero in affitto.
L’annuncio della revoca del patrocinio ha, come prevedibile, scatenato da ieri un’aspra polemica politica, difficilmente destinata a spegnersi. A poco serve, infatti, l’apertura di Rocca dichiaratosi pronto a ridare il patrocinio del Pride, ma alla condizione di ricevere le scuse ufficiali di Mario Colamarino, portavoce della manifestazione accusato di aver strumentalizzato la manifestazione.
In attesa di vedere come finirà, l’associazione ProVita & Famiglia può però intanto dichiararsi soddisfatta, come ha spiegato Jacopo Coghe, storico portavoce dell’associazione, ai microfoni di TAG24.
Coghe, come ha accolto la decisione del governatore Rocca di revocare il patrocinio della regione Lazio al Roma Pride?
“Siamo molto soddisfatti della decisione del presidente Rocca, che ha fatto una scelta giusta e in linea con la legge italiana e le politiche del centrodestra. Il Governo, come sapete, sta portando avanti il disegno di legge per rendere l’utero in affitto reato universale. E inoltre in Italia c’è la legge 40 del 2004 che vieta questa pratica e soprattutto la sua pubblicità. Dare il patrocinio sarebbe stato sbagliato, come concederlo, che so, a chi chiede la liberalizzazione dell’eroina”.
In Italia, come lei ricordava, la legge c’è e sarà anche rafforzata. Per voi manifestare per chiedere il diritto alla Gpa – che potrà essere accordato o meno – è equivalente a fare propaganda?
“Il Pride può fare quello che vuole e dire quello che vuole. Ma dare il patrocino significa dire che l’evento ha la benedizione delle istituzioni ed è considerato di alto valore. L’ha spiegato bene oggi Rocca, dicendo se ne sarebbe potuto riparlare a patto di levare la richiesta dell’utero in affitto e qualche altra cosa”
Rocca oggi ha detto che ProVita & Famiglia e il Pride sono “due facce della stessa medaglia, quella dell’ideologizzazione della libertà”. Come ha preso questa affermazione?
“Mi dispiace che abbia detto questo. Però c’è una piccola differenza: quelli del Gay Pride non hanno votato Rocca, mentre la maggior parte dei pro-life hanno votato centrodestra. Dopo queste dichiarazioni forse ci penseranno due volte a votarlo la prossima volta”.
Sembra quasi una minaccia questa..
“No, non lo è [ride]. La minaccia è la sua con questa critica sull’ideologizzazione della libertà. Qui non si parla di libertà ma di diritti e legalità, che possono esserci o non esserci. Anche perché sennò non avrebbe dovuto ritirare il patrocinio, che sicuramente non è stato revocato perché l’abbiamo detto noi“.
Forse con queste parole Rocca ha voluto smarcarsi dalle critiche di chi lo accusava di aver ceduto alle pressioni della vostra organizzazione?
“Ma si figuri, io non ho neanche mai incontrato Rocca”.
Lei ha pubblicato ieri un tweet in cui inseriva, tra le ragioni per le quali la revoca del patrocinio era giusta, non solo l’utero in affitto, ma anche il matrimonio egualitario. Anche su questo tema l’associazione è ostile?
“Sì, assolutamente. Abbiamo organizzato un Family day nel 2017 proprio contro le unioni civili. Ricordo che da quella legge fu levata all’ultimo secondo, anche grazie alla nostra attività, la stepchild adoption. I Pride sono impregnati di ideologia gender, carriera alias, addirittura di pratiche kinky, ovvero dei fetish che possono comportare anche l’esposizione dei bambini. Insomma, cose quanto meno assurde se non borderline. Noi come associazione combattiamo queste cose e cerchiamo di proteggere i bambini e le famiglie”.