Nell’anno in corso l’Italia sta assistendo ad un incremento allarmante degli eventi meteorologici estremi, sintomo inequivocabile di una crisi climatica sempre più preoccupante. L’ultima serie di alluvioni in Emilia Romagna ne è la prova più recente e devastante. Secondo un report recente di Legambiente, questi fenomeni stanno diventando una costante nel nostro Paese, con un aumento significativo del 135% rispetto all’anno precedente. Il 2023, che non è ancora finito, rischia quindi di diventare catastrofico sotto l’aspetto degli eventi estremi e ciò amplifica l’allarme sulla salvaguardia dell’ambiente e sulla necessità di maggiori politiche di prevenzione.

Eventi estremi in Italia: i rischi del clima tropicale

Con la prospettiva di affrontare l’estate più calda mai registrata, l’Italia si sta trasformando in una nazione dal clima sempre più tropicale. Le conseguenze di questo cambiamento climatico si manifestano in fenomeni climatici estremi, tra cui siccità, alluvioni, trombe d’aria e grandinate violente, come quella che ha colpito la capitale nel mese di aprile. Numerose città italiane, tra cui Venezia, patrimonio dell’UNESCO, sono ora a rischio di inondazioni a causa di questi fenomeni climatici.

Le Regioni più colpite dagli eventi climatici estremi

Le recenti alluvioni in Emilia Romagna l’hanno resa la regione italiana più colpita da eventi meteorologici estremi nel 2023, con ben 36 episodi registrati. Seguono la Sicilia, il Piemonte, il Lazio, la Lombardia e la Toscana. Le intense piogge si confermano come il fenomeno meteorologico più frequente, con 30 episodi registrati in tutta Italia da inizio anno.

La tabella

Nella seguente tabella il numero degli episodi registrati in ogni Regione in questo infausto 2023 e il confronto con lo stesso periodo del 2022.

REGIONEEPISODI 2023EPISODI 2022 (FINO A GIUGNO)VARIAZIONE
Emilia Romagna364+32
Sicilia155+10
Piemonte106+4
Lazio83+5
Toscana86+2
Lombardia89-1

In totale, nei primi 5 mesi del 2023 si sono verificati in Italia ben 122 eventi estremi. Un numero impressionante, che lo diventa ancor di più se si pensa che lo scorso anno, nello stesso periodo, i fenomeni climatici avversi erano stati solo 52 (a fronte però di un’estate che sarà ricordata come tra le più calde mai registrate fin da quando esistono le rilevazioni).

Legambiente: appello al governo Meloni

In occasione della Giornata Mondiale dell’Ambiente, lunedì 5 giugno 2023, Legambiente ha rilasciato un report con dati aggiornati sul clima, ribadendo l’urgenza di politiche climatiche più ambiziose. Questi devono includere interventi concreti a livello nazionale ed europeo per contrastare la crisi climatica in atto.

In tal merito, l’Italia è chiamata ad accelerare l’approvazione del Piano di adattamento climatico, attualmente mancante. È necessario prevedere risorse adeguate, aggiornare il PNIEC (Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima 2030) entro fine giugno e approvare una legge contro il consumo del suolo. Queste azioni, secondo Legambiente, rappresentano priorità in cui il nostro Paese è in ritardo.

Secondo l’associazione, inoltre, è fondamentale stabilire a livello europeo un Patto di Solidarietà per il Clima. Questo patto, proposto dal Segretario Generale dell’ONU Guterres, deve coinvolgere i Paesi industrializzati, emergenti e in via di sviluppo per raggiungere zero emissioni nette entro il 2050 a livello globale.

Le dichiarazioni di Stefano Ciafani (pres. Legambiente)

Il presidente nazionale di Legambiente, Stefano Ciafani, ha ribadito l’urgente necessità di un cambiamento radicale nell’approccio del paese alla crisi climatica.

Le evidenze scientifiche sono inequivocabili e i segnali di allarme sempre più chiari: necessitiamo di un’azione decisa e tempestiva per interrompere l’escalation di eventi climatici estremi e salvaguardare le nostre città e il nostro patrimonio culturale e naturale.

Ciafani ha inoltre evidenziato l’importanza di una trasformazione verde dell’economia italiana.

Il nostro Paese ha tutte le competenze e risorse necessarie per guidare questa trasformazione, iniziando da un settore energetico completamente decarbonizzato, fino allo sviluppo di una mobilità sostenibile e un’economia circolare. Ciò rappresenta non solo una necessità per la nostra sopravvivenza, ma anche una grande opportunità di crescita economica e di creazione di nuovi posti di lavoro.