Scopri il progetto europeo SPlasH! che indaga la presenza, l’origine e le dinamiche delle microplastiche nei porti di Genova, Olbia e Tolone.

Analisi approfondite e monitoraggio delle fonti di inquinamento plastico.

Introduzione al progetto SPlasH! sulla presenza di microplastiche nei porti

Il progetto SPlasH! (“Stop alle Plastiche in H2O“) è un’iniziativa promossa dall’Università degli Studi di Genova, dall’European Research Institute Onlus e dall’Università di Tolone nell’ambito del programma europeo marittimo Interreg Italia-Francia.

Lo scopo del progetto è studiare la presenza, l’origine e le dinamiche delle microplastiche nei porti di Genova, Olbia e Tolone, attraverso l’analisi di diverse matrici come l’acqua, il sedimento e i pesci, nonché l’utilizzo di simulazioni numeriche.

Esposizione fotografica e sensibilizzazione all’inquinamento da plastica

SPlasH&Co ha organizzato un’esposizione fotografica presso il Palazzo Ducale di Genova per illustrare il lavoro svolto nel progetto, tra campionamenti, ricerche, analisi e attività divulgative.

L’obiettivo principale della mostra era mettere in luce i pericoli e le conseguenze dell’inquinamento da plastica, un fenomeno tristemente noto alle cronache.

Obiettivi del progetto e attività di ricerca

Il progetto SPlasH! si è concentrato sull’identificazione delle fonti di microplastiche negli ambienti portuali, sulla comprensione delle vie di diffusione nell’ambiente marino esterno e sull’analisi dell’impatto delle microplastiche sugli ecosistemi circostanti.

Gli studiosi hanno condotto attività di ricerca di alta qualità e innovazione,
affiancate da una campagna divulgativa rivolta a migliaia di studenti, con lezioni, attività in spiaggia e l’implementazione di un gioco educativo.

Pulizia delle spiagge e sensibilizzazione ambientale

Nel corso delle attività con gli studenti delle scuole coinvolte nel progetto, sono state effettuate pulizie delle spiagge nei territori interessati (Liguria, Sardegna e dipartimento del Var, in Francia).

Queste operazioni hanno permesso di individuare e raccogliere centinaia di chili di rifiuti di vario genere,
sensibilizzando i partecipanti sull’urgenza di proteggere il mare e ridurre l’uso delle plastiche monouso.

Impatto della pandemia sull’ambiente marino e studio del biofouling

SPlasH&Co ha concentrato la sua attenzione sullo stato dell’ambiente marino dopo la pandemia di Covid-19.

I nuovi dati raccolti durante il progetto forniscono elementi utili per comprendere la diffusione e il comportamento delle microplastiche nell’ambiente portuale, considerando anche l’aumento dell’uso di oggetti monouso.

In particolare, sono stati condotti esperimenti in laboratorio sull’effetto del biofouling,
ovvero la crescita di microrganismi e alghe sui detriti di plastica, incluso l’impatto delle mascherine e dei guanti protettivi.

Monitoraggio e analisi delle microplastiche

Nel corso del progetto, sono state effettuate analisi e monitoraggi su diverse componenti ambientali, tra cui materiale galleggiante, sedimento di fondo, acqua superficiale e pesci.

Uno degli aspetti interessanti è stato il monitoraggio del biofouling sulla galleggiabilità dei rifiuti plastici, studiando l’accumulo di microrganismi sulla superficie di mascherine e frammenti di microplastiche immersi in acqua di mare.

Risultati e numeri del progetto SPlasH!

I risultati preliminari del progetto SPlasH! hanno evidenziato la presenza di frammenti di plastica di vario tipo, forma e colore nei porti di Tolone e Genova, sia sulla superficie che nel sedimento.

Le analisi dei contenuti stomacali dei pesci hanno mostrato una differenza significativa tra i pesci di Genova e quelli di S’Ena Arrubia (Oristano) in termini di frammenti artificiali presenti negli stomaci.

Inoltre, sono state individuate mascherine galleggianti nel Porto di Genova, evidenziando l’impatto dell’uso di oggetti monouso sull’ambiente marino.

Coinvolgimento degli studenti e sensibilizzazione ambientale

SPlasH&Co ha coinvolto oltre 1100 studenti provenienti da 13 scuole diverse, promuovendo attività didattiche in aula, laboratori sul campo e la raccolta di rifiuti sulle spiagge in Liguria e Sardegna.

Grazie a queste attività, sono stati raccolti oltre 120 chili di rifiuti, sensibilizzando i giovani all’importanza della salvaguardia del mare e della riduzione dell’inquinamento plastico.

Impatto delle microplastiche sull’ecosistema marino e sulla salute umana

Le microplastiche rappresentano una minaccia significativa per l’ecosistema marino e per la salute umana.

Queste particelle di plastica di dimensioni ridotte possono essere ingerite da organismi marini, entrando così nella catena alimentare.

Ciò può portare a conseguenze negative per gli organismi marini, come:
danni agli organi interni, problemi riproduttivi e alterazioni del comportamento.

Inoltre, le microplastiche possono accumularsi nei tessuti degli organismi marini e potenzialmente raggiungere i consumatori umani attraverso il consumo di pesce e frutti di mare contaminati.

La ricerca condotta nel progetto SPlasH! contribuisce a una migliore comprensione degli effetti delle microplastiche sull’ecosistema marino e alla promozione di azioni volte alla riduzione dell’inquinamento plastico.