Sensi di colpa, rari, ma che a volte affiorano specialmente quando si condanna a qualcuno. È quello che sta succedendo negli Stati Uniti, in Missouri, con alcuni dei giurati che sostengono addirittura di non riuscire a dormire, o di soffrire di ansia per una condanna a morte data ormai oltre dieci anni fa.
Un altro giurato ha dichiarato di aver votato per la pena di morte in un primo momento, ma dopo aver sentito la storia del killer non lo rifarebbe. Il caso è quello di Michael Tisius, all’epoca 19enne, che nel 2010 venne condannato a morte per il duplice omicidio di due guardie carcerarie del Missouri, mentre tentava di liberare un amico incarcerato.
La condanna fu a morte, con l’aggravante della premeditazione, ma nel giro di 24 ore fu presentata una memoria che dichiarava che se sei dei componenti della giuria si fossero poi rivelati favorevoli o comunque non si fossero opposti al cambiamento della pena questa sarebbe potuta essere trasformata in ergastolo.
La scelta si basa sul ripensamento di coscienza, abbastanza comune negli Stati Uniti.
La storia del killer
Ovviamente c’è un retroscena dietro questa richiesta: Tisius, il killer, avrebbe una storia particolare alle spalle, con un’infanzia fatta di abusi, solitudine e difficili perizie psichiatriche.
Inoltre il ragazzo, oggi trentaduenne, avrebbe tenuto una condotta ineccepibile durante gli anni di reclusione, con la giuria che si sarebbe così convinta a dargli delle attenuanti e trasformare la pena di morte in carcere a vita, come raccontato da un giurato in una deposizione ufficiale.
Credo che le persone possano cambiare e che dovrebbero avere una seconda possibilità. In questo momento, sulla base di ciò che ho appreso dal processo, non mi opporrei se la condanna del signor Tisius fosse ridotta all’ergastolo senza condizionale