Cgil Sicilia e Uil Sicilia avvieranno domani una raccolta firme contro il disegno di legge sull’autonomia differenziata. L’obiettivo delle due associazioni sindacali siciliane è convincere Renato Schifani, presidente di Regione, a ritirare il suo appoggio al progetto di riforma del ministro Calderoli. Secondo Mannino (CGIL Sicilia) e Lionti (UIL Sicilia) la riforma sull’autonomia differenziata, se approvata, darà infatti il definitivo “colpo di grazia” al sistema sanitario siciliano, già duramente provato dagli anni della pandemia, contribuendo a esacerbare le differenze tra nord e sud del Paese.
Autonomia differenziata, Mannino (Cgil Sicilia) a TAG24: “Riforma che non serve né al Paese né alla nostra regione ”
Da domani, Cgil e Uil Sicilia avvieranno una mobilitazione per chiedere lo stop alla riforma sull’autonomia differenziata. Promuovendo una intensa raccolta firme, in particolare, i due sindacati chiederanno che il tentativo di riforma non sia appoggiato dal presidente di regione Schifani, il quale si è invece dichiarato favorevole alla riforma Calderoli, seppur “non in modo definitivo”.
Il luogo scelto per l’avvio della raccolta è l’ospedale civico di Palermo. Scelta, questa, che vuole sottolineare come l’autonomia differenziata comprometterà significativamente il diritto alla salute dei siciliani. Secondo Cgil e Uil, infatti, è proprio il settore sanitario quello che rischia di pagare il prezzo più alto. Il no all’autonomia deriva, per le due sigle sindacali, dalla constatazione che una simile riforma aumenterà il gap tra nord e sud e comprometterà l’unità del Paese. Lettura, questa, più volte respinta dal ministro Calderoli, intenzionato a portare a casa la riforma nonostante le diverse voci contrarie sollevatesi in queste settimane.
La redazione di TAG24 ha dunque raggiunto Alfio Mannino, segretario di Cigl Sicilia che ha esposto in questa intervista esclusiva le ragioni del no alla riforma.
Segretario Mannino, può esporci le ragioni del vostro no alla riforma sull’autonomia differenziata?
“Noi siamo contrari perché riteniamo che questo provvedimento rischi di aggravare sempre di più le differenze tra nord e sud del Paese, e in particolar modo in Sicilia. E la conferma arriva dal fatto che le nostre valutazioni sono condivise da altre autorevoli voci. Mi riferisco alla Corte dei Conti, alla Banca d’Italia e all‘Ufficio di ragioneria del Senato, i quali hanno messo nero su bianco il fatto che questo provvedimento danneggerà le regioni del Sud. In ogni caso, per capire l’intenzione della riforma, basta leggere la nota di accompagnamento al provvedimento del ministro Calderoli. Ebbene, lui stesso ammette che l’autonomia differenziata servirà a liberare le regioni più forti dai vincoli delle regioni più deboli.
Noi riteniamo che questo provvedimento non serva né alla Sicilia né al Paese. Alla nostra regione, casomai, servono risorse per colmare i gap che esistono e soprattutto i costi dell’insularità. Tra l’altro l‘autonomia differenziata va a incidere su materie importantissime, come l’istruzione, rischiando di distruggere un patrimonio che ha unito il Paese. E questo è solo un esempio”.
Qual è l’obiettivo della vostra mobilitazione?
“Il nostro obiettivo fondamentale è far sì che il presidente Schifani, che ha dato l’avallo alla riforma nella conferenza Stato-regioni, ritiri questo sostegno e faccia valere le ragioni della nostra Regione. Abbiamo bisogno di provvedimenti che aiutino la Sicilia e il Mezzogiorno a superare la condizione di difficoltà. Per questo abbiamo promosso una grande raccolta firme che ha come obiettivo il raggiungimento di almeno 30mila adesioni. In questa mobilitazione coinvolgeremo tutti gli attori in campo.
Abbiamo scelto di legare la protesta, inoltre, al tema delle condizioni del settore sanitario. Siamo davvero preoccupati di quanto sta accadendo in Sicilia. Abbiamo ospedali che chiudono, condizioni drammatiche nei pronto soccorsi, le questioni del personale non sono risolte. Tutti i precari della sanità che in tempo di pandemia venivano chiamati eroi oggi sono stati mandati a casa e non hanno avuto il contratto rinnovato. Se la riforma sull’autonomia differenziata fosse approvata, questa situazione diventerebbe ancor più drammatica”.
Si è arrivati alla raccolta firme perché non si è riusciti ad avere un’interlocuzione con il presidente di regione Schifani?
“Esatto. Noi abbiamo fatto una manifestazione il 15 di aprile che il presidente Schifani ha respinto e bollato come «mobilitazione strumentale»”.
Il presidente della regione Sicilia ha espresso il suo favore nei confronti della riforma, ma non “in modo definitivo”. Cosa ne pensa?
“Queste condizionali sono emerse solo nelle ultime settimane. Siccome il presidente di Regione è dunque passato da un sì acritico a uno più relativo, speriamo allora egli assuma una posizione più coerente con questa impostazione”.
La raccolta firme di Cisl e Uil Sicilia partirà domani dall’ospedale Civico di Palermo. Ci saranno altri presidi?
“Assolutamente sì. Già sono in programma presidi a Messina e Catania e in altri territori. L’obiettivo è coinvolgere tutto il territorio per tutto il mese di giugno e luglio”.