Laura Santi è una giornalista di 48 anni, per lungo tempo redattrice del Messaggero, che da anni è malata di sclerosi multipla: la donna ha deciso di rompere il silenzio sulla sua condizione e di mandare una denuncia su una situazione comune a molti malati in Italia. Le aziende sanitarie, che pure avrebbero la possibilità di esprimersi sull’accesso al suicidio assistito, si rifiutano di dare risposta.

Per Santi, che da oltre un anno attende che l’Usl Umbria 1 dia il via alle pratiche di verifica per il sì alla sua eutanasia, la situazione sta diventando insostenibile. Per questo motivo la giornalista ha deciso di inviare una diffida al Governo, affinché agisca al più presto per togliere i comitati etici da uno stallo dovuto alla loro organizzazione interna.

Giornalista malata di sclerosi multipla diffida il Governo: “I comitati etici possono dare accesso alla morte volontaria”

Santi denuncia il fatto che la sua attesa sia del tutto ingiustificata dal punto di vista legale. La 48enne di Perugia ha infatti da tempo inoltrato la richiesta di morte assistita all’Usl Umbria 1, che però continua a risponderle che «il comitato etico non ha ancora un assetto organizzativo ed operativo per esprimersi nella materia in oggetto».

Niente di più falso, secondo Santi e secondo Filomena Gallo, segretaria dell’Associazione Coscioni e avvocata della giornalista malata di sclerosi multipla. Il motivo di questa presa di posizione netta da parte di Laura Santi e della sua legale è chiaro: nel 2019 c’è stata una sentenza della Corte Costituzionale (sentenza 242/2019) con pieno valore di legge che affida ai comitati etici la funzione di esprimere un parere al fine di completare la procedura di accesso alla morte volontaria.

Dal momento che nessuna riforma è nel frattempo intervenuta per bloccare la sentenza della Corte Costituzionale, se ne deduce che i comitati etici sarebbero chiamati ad espletare le loro mansioni, mentre invece i continui “no” e le attese a cui Laura Santi è obbligata denunciano una situazione ben diversa.

Il no dall’Usl e la diffida al Governo: il fascicolo sarà discusso il 20 giugno

L’Usl Umbria 1 ha continuato nel frattempo a rimanere inchiodata alle sue posizioni. Infatti, per i vertice dell’azienda sanitaria

Ad oggi l’assenza di un provvedimento normativo dedicato del legislatore nazionale, impedisce di soddisfare le esigenze manifestate dalla signora Santi, in un quadro di serena tutela anche degli operatori sanitari


Ma Filomena Gallo e Laura Santi non demordono, l’una ricordando che una tale risposta da parte dell’Usl non ha «alcun fondamento normativo» vista la sentenza del 2019, l’altra inoltrando una diffida al Ministero della Salute perché il suo caso venga analizzato con cura e celerità.

La denuncia è stata depositata la scorsa settimana ed è già stata notata dalla Procura delle Repubblica, che ha aperto un fascicolo contro ignoti. Il ricorso d’urgenza sulla questione sarà discusso al tribunale civile di Perugia il 20 giugno.