Un bimbo di otto anni, malato di tumore e tifoso dell’Olympique Marsiglia, è stato aggredito mentre si trovava nello stadio di Ajaccio, in Corsica, per assistere al derby nell’ultima giornata di Ligue 1. Il vergognoso episodio, che ha macchiato la fine del campionato francese, si è verificato sabato 3 giugno prima del derby e ha suscitato molte polemiche in Francia. Intanto le indagini hanno permesso di identificare tre degli aggressori.

Bimbo malato di tumore aggredito ad Ajaccio: partite le indagini

Al bambino, malato di tumore al cervello, è stata tolta e bruciata la maglietta dell’Olympique Marsiglia che indossava mentre si trovava in tribuna allo stadio. Originario di Cassis, in Provenza, si era recato alla partita insieme ai genitori grazie a un invito omaggio. Le indagini sul gravissimo episodio hanno portato a individuare tre o quattro ultrà: gli investigatori si stanno concentrando su un uomo in particolare.

La procura di Ajaccio ha definito quanto accaduto “un’aggressione inqualificabile e ingiustificabile“, invitando tutti gli sportivi a collaborare alle indagini. Gli ultras corsi hanno comunicato che sistemeranno “internamente” la faccenda: l’Ajaccio, in una nota, ha condannato duramente l’aggressione, sottolineando che non ha nulla a che vedere con i valori del club. E assicurando che i responsabili di un atto che

neppure la più estrema stupidità può giustificare

verranno individuati.

La vicenda

Il bimbo di 8 anni, di nome Kenzo, era stato invitato insieme ai genitori nella tribuna Air Corse che si trova sopra al settore occupato dagli Orsi ribelli, ossia gli ultrà dell’Ajaccio. In quindici hanno scavalcato la recinzione. Uno di loro ha poi preso a pugni il padre del bambino, obbligandolo, insieme al figlio, a togliere le maglie della lor squadra. La mamma Amandine ha subito cercato di difendere il figlio, gridando loro di non toccarlo.

L’aggressore ha spintonato il bimbo, che ha anche sbattuto la testa contro una sbarra di ferro. Non appena la sicurezza si è accorta dell’aggressione, i teppisti sono fuggiti via. Il presidente del Marsiglia, Pablo Longoria, ha poi ospitato la famiglia nel settore riservato alla dirigenza della squadra ospite. Kenzo, al fischio finale, è stato accompagnato a bordo campo: aveva sul volto ancora i segni di ciò che era successo poco prima. Ha salutato i giocatori all’uscita degli spogliatoi. Il suo idolo, il centrocampista Matteo Guendouzi, si è anche fermato a parlare con lui.

La partita si è disputata in una clima di forte tensione tra le due tifoserie. Ma oltre all’incresciosa vicenda che ha coinvolto Kenzo e suo padre, è stata aperta un’inchiesta anche sull’aggressione di un giornalista della redazione locale di France Television, avvenuta durante gli scontri tra ultras che hanno preceduto la partita.

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