La notizia di un tentativo di golpe in Kirghizistan desta le preoccupazioni del Cremlino. È il portavoce Dmitry Peskov a accendere i riflettori sul Paese a sud della Russia e a parlare di «notizie allarmanti». Le prime voci su un possibile colpo di stato ordito contro Biškek sono dell’agenzia Kirghiza 24.Kg, immediatamente rilanciata dalle testate russe.
Secondo quanto riportato dai media, nelle scorse ore sarebbero avvenuti arresti di massa per bloccare persone potenzialmente implicate in un golpe. Per il momento però non si registrano ulteriori aggiornamenti da parte delle testate Kirghize, né dalle agenzie di stampa russe.
Tentativo di golpe in Kirghizistan, Peskov: “Monitoriamo la situazione da vicino”
La notizia di un possibile golpe in Kirghizistan ha messo sull’attenti il Cremlino. Tramite la Tass, Dmitry Peskov ha detto che Mosca è già pronta a «monitorare la situazione», senza cedere però all’allarmismo indiscriminato. Peskov ha infatti ribadito che ancora non stanno circolando notizie certe sulla situazione politica a Biškek: Mosca dunque resta in attesa di conferme e tiene l’orecchio ben teso verso la capitale del Paese vicino.
Oltre che essere geograficamente vicini, Russia e Kirghizistan stanno da qualche anno portando avanti anche una linea politica piuttosto allineata. Fautore di questo avvicinamento a Mosca è il premier Sadyr Zhaparov, al potere dal 2020. Zhaparov ha recentemente voluto una legge simile a quella russa che regola gli agenti stranieri, che di fatto costringe le ONG con finanziamenti dall’estero a maggiori controlli e restrizioni.
Oltre a questo, nel marzo 2022 Zhaparov aveva varato un bando contro le manifestazioni di protesta nel centro della capitale, che probabilmente prendevano di mira la decisione di Mosca di entrare in guerra contro Kiev.
Kirghizistan: repressione dei dissensi alla base del tentativo di golpe
La legge sulle ONG, varata sulla scia di Mosca, e il bando alle proteste del marzo 2022 si inseriscono in una lunga fila di provvedimenti che il Governo di Zhaparov sta mettendo in atto con la volontà di reprimere le voci di dissenso.
Il tema dell’eliminazione dell’opposizione è stato centrale nell’esecutivo di Zhaparov fin dai suoi primi passi dopo l’elezione. Forse proprio questa situazione di non troppo velata repressione ha dato terreno fertile ai golpisti.