Sono in arrivo gli arretrati Inps a conguaglio sull’assegno unico per i figli che le famiglie percepiranno nel pagamento della rata di maggio 2023, per molti ancora non visualizzatile sul proprio conto corrente. A determinare un importo maggiorato o un valore da restituire all’Inps saranno, essenzialmente, alcune situazioni che si sono verificate dal debutto della misura a sostegno dei figli: l’aggiornamento dell’Indicatore della situazione economica equivalente (Isee), l’importo spettante per la gravidanza, i nuclei monogenitoriali e quelli numerosi.
Il conguaglio dell’assegno unico per i figli, che l’Inps verserà con la mensilità di maggio 2023, non è ancora arrivato sui conti correnti dei percettori dell’indennità. Il ritardo deriva proprio dal pagamento di quanto spetti in più alle famiglie, con inizio delle operazioni di accredito lo scorso 26 maggio e previsione di visualizzazione dei nuovi importi sui conti correnti entro il 10 giugno. L’assegno di maggio sarà una tantum e non dovrà essere considerato come il normale importo percepito dalle famiglie.
Arretrati assegno unico conguaglio maggio 2023: ecco chi avrà di più e chi dovrà restituire
Arrivano gli arretrati Inps a conguaglio sull’Assegno unico per i figli, in positivo per 512mila famiglie e a debito per 378mila nuclei. L’importo medio di accredito è di circa 312 euro, quello a debito è di poche decine di euro (41 euro). Per le famiglie, avere un conguaglio positivo o negativo dipende da alcune situazioni e adempimenti burocratici avvenuti da quando è stata istituita l’indennità, quindi da marzo 2022 a oggi. In particolare, modifiche nella composizione familiare potrebbero essersi verificate per la nascita di un figlio. Ulteriori misure riguardano le famiglie numerose o monogenitoriali, mentre tra gli adempimenti rientra l’aggiornamento dell’Isee.
Nel caso di parto, l’assegno unico spetta a decorrere dal settimo mese di gravidanza, ma le famiglie devono richiederlo entro 4 mesi dalla nascita del figlio. Per la presentazione dell’istanza all’Inps del settimo e ottavo mese di gravidanza, occorre il codice fiscale e l’aggiornamento dell’Isee. Pertanto, se la famiglia ha aggiornato l’indicatore entro i primi 4 mesi di vita del figlio, il conguaglio è positivo in base al nuovo indicatore. Si presume che, proprio per l’arrivo di un nuovo componente in famiglia, l’Isee sia più basso: questa differenza viene conguagliata dall’Inps.
Arretrati Assegno unico per i figli, quando fare l’aggiornamento Isee?
Valori positivi o negativi di conguaglio Inps sull’Assegno unico per i figli sono determinati da Isee difformi. Eventuali indici difformi o con omissioni vanno sanati dalla famiglie percettrice dell’indennità con la Dichiarazione sostitutiva unica (Dsu) per determinare il valore dell’Isee. Le famiglie che hanno provveduto ad aggiornare la Dsu percepirà gli importi ricalcolati al nuovo Isee; diversamente, la famiglia ha diritto all’importo minimo dell’Assegno unico (54 euro nel 2023) e dovrà restituire gli importi percepiti in più.
Alle famiglie numerose (dal terzo figlio in su) spettano delle maggiorazioni (100 euro nel 2022, 150 euro nel 2023). Il conguaglio può essere positivo perché, sulle maggiorazioni dal terzo o quarto figlio, si considerano anche gli over 21 anni, inizialmente esclusi dal calcolo.
Maggiorazione indennità per i figli, a chi spettano?
Infine, sono da considerare gli arretrati relativi alle famiglie monogenitoriali. In questo caso, il conguaglio può essere negativo in quanto la misura era legata alla norma che prevede una maggiorazione per genitori – entrambi – lavoratori. I nuclei monogenitoriali che avevano presentato erroneamente domande, sono ora tenuti a restituire quanto percepito. Fanno eccezione i nuclei con genitore rimasto vedovo: la maggiorazione di entrambi i lavoratori persiste per cinque anni dal decesso del genitore.