Come ridurre la plastica? E’ il problema, e la soluzione, dell’inarrestabile crisi climatica e inquinamento ambientale. Ridurre l’uso della plastica è un atto dovuto, se ne abusa forse inconsapevolmente; ma è anche la soluzione, se ne circolasse meno migliorerebbe la qualità della vita. Ne abbiamo parlato su Radio Cusano Campus, a Società Anno Zero, con Pierluigi Sassi, presidente di Earth Day. A che punto siamo?

Come ridurre la plastica? “Passare dalle parole ai fatti”

Siamo in alto mare. Dallo storico accordo di Parigi, sui cambiamenti climatici, l’opinione pubblica è informata sulle conseguenze ogni anno più difficili da sopportare. Il problema è passare dalle parole ai fatti: è necessaria una comunicazione, un impegno che promuova l’azione e il cambiamento reale – ha spiegato Sassi – tante best practice si stanno realizzando in positivo, c’è una foresta di persone che si impegna sul fronte dell’innovazione, della scienza, della tecnologia, del comportamento. Questa mobilitazione non ha raggiunto quella massa critica capace di produrre il cambiamento“.

Due tragiche scadenze

In trent’anni di conferenze sul clima, le emissioni di CO₂ in atmosfera sono raddoppiate, e di questo passo abbiamo già superato l’irreversibilità dei cambiamenti climatici. Ogni anno ce ne accorgiamo di più, ma stiamo andando anche incontro ad un’altra tragica scadenza, quella dell’anidride carbonica nell’atmosfera, che segnerebbe l’inesorabile estinzione dell’uomo sulla terra – ha sottolineato Pierluigi Sassi – oggi è una giornata importante, dal 1972 si celebra la Giornata Mondiale dell’Ambiente che è un momento, rispetto all’Earth Day, dedicato agli operatori economici, istituzionali, politici“.

La plastica monouso inquina

Al centro dell’attenzione è stato messo il tema della plastica. Sapete che ci sono 16milioni di km quadrati di isole di plastica negli oceani? Un arcipelago distribuito non solo su un oceano, ma ovunque! La plastica in tante situazioni ci salva la vita, non è un elemento negativo. L’elemento negativo è l’abuso che se ne fa. Sappiamo che tanta plastica viene prodotta in grandissima percentuale in monouso, cioè in confezioni di plastica che vengono buttate e scartate e a questo monouso non corrisponde un adeguata misura di riciclo della plastica – ha fatto notare il presidente di Earth Day – il ciclo per essere virtuoso deve essere perfetto. Quello che si produce dev’essere riconvertito in materia prima, rimesso nel canale della produzione, così da non sfruttare ulteriormente le risorse del pianeta ma riutilizzare quelle che abbiamo usato“.

Produciamo 430 milioni di tonnellate di plastica

La plastica monouso è il male assoluto, difficile da riciclare, serve la complicità di tutti i cittadini. Siamo 8miliardi di persone, possiamo recuperare qualche bottiglietta di acqua o coca cola. La produzione della plastica ha raggiunto livelli esagerati, ne produciamo ogni anno 430 milioni di tonnellate di plastica. Soltanto il 10% viene riciclata, la restante parte occupa spazio – ha fatto notare Sassi – senza la complicità di tutti il cerchio dell’economia circolare non si chiude. Lo Stato e le amministrazioni locali facciano la loro parte, contribuiscano ad unire il produttore con il consumatore, e il consumatore con il produttore. Continuiamo a spezzare una circolarità di cui siamo responsabili: è un male che continua a crescere“.

Obiettivo neutralità climatica 2050

Bisogna sensibilizzare le coscienze, ricordare che tutto quello che non paghiamo lo paghiamo in un modo peggiore. Quando si dice per esempio che l’Europa è la prima della classe nella lotta al cambiamento climatico è assolutamente vero. Ci siamo posti come obiettivo quello della neutralità climatica, nel 2050, siamo quasi gli unici al mondo a perseguirla, anche con interventi giusti, ma la dichiarazione che l’Europa ha ridotto le emissioni è falsa. Abbiamo appaltato la stragrande maggioranza delle produzioni manifatturiere alla Cina. Tutto l’inquinamento l’abbiamo spostato lì, questa non è riduzione ma ipocrisia. E il consumatore non si rende conto di questo. Continuando a ragionare in una chiave economica, si dimentica di spendere per prodotti che costano meno, la cui produzione avviene dove non ci sono regole contro l’inquinamento“.

Se cambieremo cambierà la politica e l’industria

Senza discostarci troppo dalla realtà, il caso dell’Emilia Romagna è una nitida risposta shock alla devastazione della bellezza. “Dove non piove, non v’è più né d’estate né d’inverno, con alternanza di inondazioni, vuol dire mettere mettere a repentaglio un’intera regione e l’economia del posto e non solo. Spenderemo qualche centinaio di milioni per riparare quella situazione, ma di fatto l’Italia continua ogni anno a spendere quasi 36 miliardi di euro per progetti che danneggiano l’ecosistema. Dobbiamo invertire la rotta, cambiare noi cittadini. Siamo noi che possiamo condizionare la politica e l’industria“.

Quanto consumiamo?

Consumiamo 6kW di energia pro capite, gli americani 10, i paesi emergenti 0,2 e sono le economie che cresceranno fino ai nostri livelli. Tre miliardi di persone consumano zero, pensate a quale bomba ecologica andiamo incontro quando anche i Paesi emergenti consumeranno come noi? Siamo seduti su una bomba ecologica senza precedenti nella storia – si è congedato Pierluigi Sassi – è necessario ridimensionarci tutti per migliorare la qualità della vita. Andare verso la sostenibilità rappresenta una straordinaria opportunità per nuovi lavori, rientrare in contatto coi veri piaceri che offre la natura e trovare una dimensione relazionale, e umana, che la tecnologia e il consumo volevano darci senza riuscirci“.