Alle 10 di stamattina alla Camera dei Deputati è iniziata la discussione generale sul Dl Pa, decreto di rafforzamento delle amministrazioni pubbliche. Il testo include al suo interno anche un emendamento volto a limitare il controllo concomitante della Corte dei conti sull’attuazione del Pnrr. Si prevede che Pd e M5S constraseranno la manovra, soprattutto se verrà interrotta la discussione in Aula. Il governo sarebbe intenzionato a porre il voto di fiducia, nelle votazioni previste dal primo pomeriggio. La deputata di Fratelli d’Italia Sara Kelany ha evidenziato l’importanza del Dl: “Abbiamo lavorato alacremente in Commissione per dare il doveroso contributo del Parlamento a questo che è un provvedimento importante sia in termini di assunzioni che di potenziamento delle strutture che dovranno occuparsi di atterrare i progetti Pnrr”.

Dl Pa, discussione alla Camera dopo la polemica sui controlli della Corte dei Conti

In mattinata è stata convocata un’assemblea straordinaria dell’Associazione Magistrati della Corte dei conti. L’assemblea ha come Ordine del giorno la discussione su iniziative conseguenti agli emendamenti sulle limitazioni delle funzioni della Corte dei conti: controllo concomitante e scudo erariale. Il tema dei controlli sulla corte dei Conti aveva già scatenato diverse tensioni con la Commissione europea. Il sottosegretario al Mef Federico Freni tuttavia ha tenuto a precisare che si è trattato di non “un incidente con la Commissione europea, ma con un qualsiasi funzionario”. Dunque è qualcosa che non va a intaccare la trattativa con la Commissione sul Piano di ripresa e resilienza.

Kelany, accusando l’opposizione “distruttiva” di elaborare “elucubrazioni” inconsistenti, relativamente alla medesima questione ha dichiarato che:

Eliminare il controllo concomitante sui progetti Pnrr non significa eliminare il controllo contabile, che seguita ad essere esercitato secondo gli schemi ordinari previsti dalla legge, controllo che peraltro era rimasto inattuato per otre 10 anni proprio perché ritenuto rischioso dalla stessa Corte.

Tommaso Foti, capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, ritiene che, se sarà richiesta la fiducia sul decreto, “sicuramente sarà accordata perché è un provvedimento che serve all’Italia“. Per quanto concerne invece la tanto discussa norma sulla Corte dei Conti, dichiara che “se vogliamo che il Pnrr possa andare a segno e cioè concludere i lavori entro il giugno del 2026, non occorrono controlli intermedi, ma finali“.

Secondo le fonti parlamentari del Pd, la norma sulla Corte dei Conti, che con buona probabilità dunque sarà il tema principale al centro del dibattito parlamentare, “è una forzatura inaccettabile alla quale ci opporremo duramente“. L’obiettivo di tutti dovrebbe essere quello di mettere a terra i progetti, mentre l’ossessione del governo pare essere quella “chi deve fare o meno i controlli“. Dello stesso avviso è il leader M5S Giuseppe Conti, che reputa che la principale preoccupazione del Governo sia “non essere disturbati e controllati su come vengono spesi i soldi degli italiani“.

Luciano Nobili di Italia Viva e il leader di Azione Carlo Calenda hanno invece dichiarato di sostenere la misura. In mattinata, Calenda ha scritto un post su Facebook affermando che, se l’Italia non riesce a spendere i soldi del Pnrr, l’unica ragione è “che abbiamo politici che non hanno mai gestito nulla e non lo sanno fare. Fine. Giratela come volete ma questo è il problema dell’Italia“.