Arriva da Reggio Calabria la notizia dell’ennesimo agente di polizia penitenziaria aggredito durante il servizio in carcere.

Calci e pugni verso l’agente

L’agente in servizio nel carcere di Arghillà (Reggio Calabria) è stato aggredito da un detenuto a calci e pugni. La denuncia arriva direttamente dal segretario provinciale del Sindacato autonomo della polizia penitenziaria, Antonio Calzone.

L’episodio si è verificato nella mattinata del 4 giugno. Secondo le prime ricostruzioni un detenuto che stava andando in palestra si è avvicinato all’agente “con fare violento e minaccioso”, per chiedere il di parlare con l’Ispettore di sorveglianza. Mentre l’agente cercava di calmarlo e di conoscere il motivo della richiesta, è stato colpito a calci e con un pugno al volto da un secondo detenuto.

L’agente è stato subito soccorso e poi ricoverato al pronto soccorso degli Ospedali Riuniti. Per l’agente una prognosi di sette giorni, salvo complicazioni, per una ferita all’occhio “con emorragia sottocongiuntivale”.

Per i sindacati la situazione è ingestibile

“Più volte abbiamo segnalato la lunga lista di aggressioni” Ha riferito in una nota Calzone.

“Aggressioni che arrivano con cadenza sistematica, il personale così patisce la conseguenza dell’abbandono istituzionale. Questo non fa altro che portare alla luce tutte le criticità più volte rappresentate“. Il segretario del sindacato ha voluto spiegare come siano sempre più frequenti casi del genere.

Una situazione critica non nuova a questi fatti di cronaca. Un problema che secondo il sindacato è ben noto alle autorità ma che non viene considerato prioritario.

“Criticità dettate da una disorganizzazione gestionale. Oltre che una cronica carenza di personale di Polizia penitenziaria” Per i sindacati la situazione nelle carceri è alquanto complicata e vive problemi legati alle strutture e al sovraffollamento.

Tutto questo disagio, nessun investimento e la mancanza cronica di personale rende ancora più difficile garantire la tutela dell’incolumità fisica degli agenti.

“Verrebbe quasi da dire che le continue aggressioni non fanno più notizia e l’assordante silenzio dell’Amministrazione è solo sinonimo di indifferenza per una realtà così difficoltosa. Il carcere è ormai una realtà in costante abbandono – ha concluso Calzone – che non fa altro che aumentare i timori di chi all’interno del penitenziario svolge il compito istituzionale demandatogli”.