Jake Sullivan, consigliere alla sicurezza nazionale della Casa Bianca, in un’intervista alla Cnn ha dichiarato che “un conflitto o una guerra fredda fra Usa e Cina non è inevitabile“. Sullivan riporta tale affermazione dopo aver assistito all’incontro tra il presidente americano Joe Biden e il presidente cinese Xi Jinping. Secondo il consigliere alla sicurezza, i due leader “avevano il desiderio di gestire la concorrenza. Abbiamo un’intensa concorrenza ma anche diplomazia“. Queste dichiarazioni arrivano in un momento in cui i rapporti tra Washington e Pechino sono tesi per numerose e diverse ragioni, tra cui Taiwan, il Mar Cinese Meridionale, la guerra in Ucraina e le restrizioni del Presidente Biden sulle esportazioni di chip di semiconduttori.
Tensioni tra Usa e Cina, possibile una nuova guerra fredda?
Le parole di Sullivan paiono rassicuranti, se raffrontate a quelle pronunciate solo poche ore prima dal ministro della Difesa cinese Li Shangfu, durante l’intervento al vertice sulla sicurezza dell’Asia a Singapore, il Shangri-La Dialogue 2023. In questa occasione Li Shangfu, sanzionato dagli Stati Uniti nel 2018 per l’acquisto di armi dalla Russia, ha sostenuto che “la mentalità della guerra fredda sta risorgendo nella regione Asia-Pacifico“. Ha successivamente precisato che che Pechino cerca il dialogo, non il confronto, e ha accusato “alcuni paesi” di intensificare la corsa agli armamenti e di interferire deliberatamente negli affari interni degli altri. I diretti interessati del discorso del ministro sono gli Stati Uniti. Tra le parti dovrebbe prevalere “il rispetto reciproco, sulla prepotenza e l’egemonia“.
Nella giornata di ieri è stato significativo l’intervento del Segretario alla Difesa statunitense, Lloyd Austin, il quale ha rimproverato la Cina di non aver accordato colloqui militari, abbandonando dunque le superpotenze a una situazione di stallo per quanto concerne Taiwan e le dispute territoriali nel Mar Cinese Meridionale. Austin ha voluto anche rimarcare che le linee di comunicazione aperte tra i leader militari e di difesa statunitensi e cinesi essenziali per garantire stabilità.
Tra Li e Austin, tuttavia, non si è tenuta alcun confronto approfondito, nonostante le richieste, da parte degli Usa, di aumentare i colloqui militari. Due ufficiali militari cinesi hanno dichiarato che la Cina intende ricevere dagli Usa segnali non equivoci di un approccio meno conflittuale in Asia e nel Pacifico, prima di riprendere i colloqui militari. Tra questi segnali rientra anche la revoca delle sanzioni a Li, dopo l’acquisto di armi dalla Russia. I dissidi tra Stati Uniti e Cina non sono irreparabili e la crescente forza economica e militare della Cina la rende il concorrente più importante e di ciò gli Usa devono necessariamente tener conto.