La situazione appare quasi senza controllo, nelle ultime settimane poi, si sono moltiplicati gli sbarchi. La rotta è sempre la stessa e l’attuale situazione politico sociale in Tunisia non aiuta certo.
Tunisia e Liba due facce della stessa medaglia.
Se la Libia è un paese in balia di divisioni e lotte tribali, la Tunisia è diversa. E proprio per la Tunisia il governo Meloni negli ultimi mesi si è speso moltissimo. Siamo diventati quasi un garante per i tunisini sullo scacchiere internazionale. Si comprende ancor di più il perché della preoccupazione della nostra premier, tanta spesa diplomatica ma le politiche di contrasto non stanno funzionando.
In quest’ottica la presidente del Consiglio ha avuto una conversazione telefonica con il presidente tunisino Kais Saied. Al centro del colloquio le relazioni bilaterali, anche nel settore energetico e degli investimenti, e il sostegno che l’Italia continua ad assicurare alla Tunisia nei negoziati con il Fondo Monetario Internazionale e nella gestione dei flussi migratori.
In Tunisia appena possibile: Fondo monetario e flussi migratori
Nonostante i buoni propositi la situazione delle partenze dalle coste tunisine non cambia e in Italia la cosa preoccupa sempre più. Anche per questo la premier Meloni ha deciso di accettare l’invito del presidente tunisino e già nei prossimi giorni potrebbe volare a Tunisi.
Il tema centrale resta il finanziamento di due miliardi che il Fondo monetario internazionale potrebbe sbloccare per evitare il default tunisino. Promessa già fatta da Meloni in pubblico al G7 in Giappone, dopo i colloqui con la direttrice del Fmi, Kristalina Georgieva, e la presidente della commissione Ue, Ursula von der Leyen.
Dalla Tunisia però arrivano voci che potrebbero far cambiare idea, il presidente Saied ha fatto sapere di non essere disposto a cedere a diktat esterni e rilancia la sua proposta per risanare le finanze del Paese, fatto di una tassazione più alta verso i ceti alti: tassa sul patrimonio e tasse supplementari a coloro che beneficiano di compensazioni fiscali.
Una conferenza per regolare i flussi migratori a livello continentale
Per il presidente Saied la questione migratoria non potrà che risolcversi con degli accordi tra i molti soggetti afrcani interessati. L’obiettivo è riuscire ad organizzare una conferenza tra i Paesi interessati dalla questione migratoria, tra i Paesi del Nord Africa, quelli del Sahel e del Sahara e i Paesi del Mediterraneo settentrionale, con l’obiettivo di affrontare le cause della migrazione senza perdere altro tempo.