Cresce la tensione nell’estremo Oriente. La Cina avverte il mondo occidentale, in particolare gli Usa, che non rinunceranno a difendere i propri interessi su Taiwan, anche ricorrendo all’uso della forza. I due paesi si erano già dati una ‘pizzacatina’ proprio sabato 3 giugno, quando una nave cinese è entrata quasi in collisione con una americana.
Cina e States sono i due big player che giocano sullo scacchiere di Taiwan. Il Dragone vorrebbe riappropriarsi dell’isoletta per via della politica di un’unica Cina. Gli Usa invece sostengono la libertà di Taiwan e la sua indipendenza, che potrebbero difendere anche con le armi. In questo delicatissimo ecosistema, il ministro della Difesa cinese, Li Shangfu, ha gettato benzina sul fuoco, tirando una stoccata all’altro grande protagonista.
La Cina avverta gli Usa: “Taiwan è al centro dei nostri interessi”
“Taiwan è al centro degli interessi della Cina. È una questione interna e indiscutibile. Spetta alla Cina decidere come risolverla“, ha detto Li durante un discorso allo Shangri-La Dialogue, il più importante forum annuale sulla sicurezza in Asia, aggiungendo che la Cina non promette di rinunciare alla forza” per prendere Taiwan.
La Cina, sostanzialmente, ribadisce di non voler ingerenze esterne. Tanto meno alleanze in casa sua simili alla Nato, come invece è avvenuto in altri parti del mondo. In sostanza, questo è un modo “per rapire i paesi regionali e aumentare conflitti e scontri, che non faranno altro che far precipitare l’Asia-Pacifico in un vortice di controversie e conflitti“, ha aggiunto il ministro Li.
Sia come sia, il ministro ha utilizziato la classica tattica di dare un colpo alla botte e uno al cerchio. Dopo la provocazione, arriva la mano tesa: “Cina e Stati Uniti dovrebbero gestire le loro divergenze e trovare un modo per andare d’accordo. La strada giusta è il rispetto reciproco, la convivenza pacifica e lo sviluppo delle due parti“.
Usa: “Siamo preoccupati”
Gli Usa continueranno sicuramente a monitorare la situazione e a ergersi come scudo di Taiwan. Intanto, Lloyd Austin, il segretario alla Difesa americano, non ha ancora fatto trapelare nulla dopo quanto detto da Li, nonostante anche lui partecipi al forum sulla sicurezza a Singapore. A parlare, in sua vece, è il generale di brigata Pat Ryder, che ha accompagnato il segretario alla Difesa. Ryder ha evidenziato come al Pentagono siano “preoccupati per le attività sempre più rischiose e coercitive del Pla nella regione, anche negli ultimi giorni“,
Le stoccate del ministro Li arrivano all’indomani delle dichiarazioni di Austin che aveva ribadito che gli Stati Uniti difenderebbero Taiwan in caso di un attacco e che “continueranno a opporsi categoricamente a un cambiamento dello status quo da parte di entrambe le parti”.
Proprio il 3 giugno, una nave militare cinese ha manovrato pericolosamente a 137 metri dal cacciatorpediniere statunitense Uss Chung-Hoon mentre svolgeva esercitazioni congiunte con la Marina canadese vicino a Taiwan.