Giampaolo Rossi, il nuovo direttore generale della Rai, ha tenuto il suo primo discorso pubblico dopo la nomina, sottolineando l’importanza di mantenere e sviluppare il servizio pubblico radiotelevisivo italiano, ed elogiando quello che lui ha definito “il canone più basso d’Europa“. Secondo Rossi, la Rai rappresenta la “spina dorsale dell’industria culturale della nazione” e deve rimanere attiva per soddisfare le esigenze dei cittadini.

Durante il festival annuale dell’animazione “Cartoons on The Bay” a Pescara, Rossi ha parlato della trasformazione della Rai da un tradizionale broadcaster a un’azienda multimediale digitale. Ha evidenziato l’importanza di intercettare nuovi linguaggi nel mondo dell’animazione e ha sottolineato il ruolo fondamentale di Rai Kids, Raiplay, Rai Fiction e Rai Cinema nel mercato.

Rossi: “Rai pilastro della cultura italiana, canone basso”

Il nuovo direttore ha anche affrontato la questione del canone radiotelevisivo, difendendo la sua necessità per finanziare adeguatamente la Rai. Ha sottolineato che la Rai ha il canone più basso in Europa e che le risorse economiche disponibili influenzano direttamente la capacità di investimento dell’azienda. Considerando la frammentazione del mercato pubblicitario e commerciale, Rossi ha sottolineato l’importanza di avere risorse adeguate per svolgere il ruolo di servizio pubblico in modo efficace.

Cartone su D’Annunzio?

Durante l’intervista, a Rossi è stata posta una domanda sul personaggio su cui farebbe un nuovo cartone animato. La sua risposta ha sorpreso molti, poiché ha indicato Gabriele D’Annunzio come un personaggio degno di un cartone animato. Ha elogiato D’Annunzio come una delle figure più incredibili della modernità italiana e come l’inventore della modernità stessa, del cinema e della pubblicità. Rossi ha anche menzionato che D’Annunzio ha avuto un ruolo significativo nel dare forma alla comunicazione moderna, essendo stato il creatore del logo dell’Aurum e dello stemma della nazionale italiana di calcio.

Infine, Rossi ha concluso sottolineando che D’Annunzio è stato non solo un grande poeta, ma anche un uomo d’azione straordinario. Ha evidenziato il fatto che D’Annunzio è il secondo poeta italiano più tradotto nel mondo dopo Dante Alighieri, evidenziando così l’influenza duratura del suo lavoro.