Conflitto di interessi assemblea condominiale: capitano spesso situazioni in cui l’amministratore di condominio oppure i condomini si trovano in conflitto d’interesse su un punto all’ordine del giorno.

Su circostanze simili è intervenuta spesso la giurisprudenza e la Cassazione. Cosa accade in questi casi? Cosa dice la legge?

Quando avviene il conflitto di interesse nell’assemblea condominiale

Nelle assemblee condominiali, possono verificarsi situazioni di conflitto di interessi tra condomini oppure da parte dello stesso amministratore condominiale. Vivere in condominio non è sempre facile. Probabilmente, non tutti sapranno come funziona e quali sono le regole e i divieti. Ma, prima di tutto, dobbiamo rispondere alla domanda: cos’è il conflitto di interessi? È una situazione in cui un interesse secondario tende ad interferire con l’interesse primario o generale.
Nelle assemblee condominiali avviene quando un singolo condominio ha un interesse particolare rispetto quelli generali del condominio. A causa del conflitto di interessi, il voto del condominio che viene espresso per puro vantaggio personale è in contrasto con l’interesse del condominio.

Gli esempi sono tanti, ma per capirci nel concreto, possiamo pensare alle situazioni in cui è necessario effettuare una riparazione e il condomino titolare di un’impresa voti per se stesso. Cosa dovrebbe fare, invece? Il condominio si trova in situazioni di questo tipo, dovrebbe astenersi, o meglio, dovrebbe venire escluso dal diritto di voto su quel punto.

Ovviamente, è sempre onere dell’assemblea valutare i casi e ponderare se, effettivamente, sia in contrasto con il bene generale.
Se esprime il voto in conflitto di interessi, gli altri condomini possono richiedere al giudice l’annullamento della delibera entro massimo 30 giorni di tempo. Si può sempre ricorrere al giudice? No, è necessario che i casi presentino alcune determinate caratteristiche.

Quando rivolgersi al giudice

Quando si verificano casi di conflitto di interessi nell’assemblea condominiale, si può impugnare la delibera solo in alcune circostanze.
Deve verificarsi uno dei seguenti casi:

  • Il voto deve essere stato determinante per l’assunzione della delibera, avendo influito sulla maggioranza;
  • Aveva un effettivo interesse personale;
  • Il condominio ha subito o potrebbe subire un danno.

La delibera, quindi, non è sempre invalida. Bisogna sempre provare che i voti in questione siano voluti per perseguire interessi personali. Nel primo caso, per esempio, se l’esito della votazione sarebbe stato comune lo stesso, allora non è possibile contestare la delibera.

Si può chiedere al giudice l’annullamento della delibera solo dimostrando che essa sia diretta a soddisfare esigenze personali ed extra-condominiali che possano ledere l’interesse dell’intero condominio. Ciò vuol dire che il semplice interesse si deve contrapporre a quello del condominio e determinare danno al condominio stesso.

Conflitto di interessi amministratore di condominio

Anche l’amministratore può vantare un interesse contrastante con l’interesse dell’intero condominio. Quando può capitare? Per esempio, nel caso in cui l’amministratore è anche condomino dello stabile ed è chiamato a votare in sede assembleare.
Tuttavia, nei casi in cui è solo presente, assiste alla discussione e alla votazione, allora non incide sulla validità della delibera. Non incide neppure quando i condomini sono chiamati a votare su questioni relative ai suoi interessi.

Secondo la Cassazione, in questo caso, ovvero quando l’amministratore presenzia ma non partecipa all’assemblea, la sua influenza sull’orientamento delle scelte è inesistente.

Proprio per questo motivo, la sola ipotesi in cui l’amministratore può essere in conflitto di interessi è quando, oltre a ricoprire la carica, sia anche un condomino dello stabile. In ogni caso, devono comunque verificarsi le condizioni precedentemente indicate, affinché si possa intendere un conflitto di interessi.

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