Recep Erdogan ha compiuto il giuramento per il suo terzo mandato come presidente della Turchia, in seguito alla vittoria nelle elezioni contro Kemal Kılıçdaroğlu. Il giuramento, pronunciato di fronte al Parlamento di Ankara, conferma la sua presidenza per altri cinque anni, dopo gli altri venti in cui egli ha mantenuto il potere nel paese anatolico.
Oggi scriviamo ancora una volta la nostra storia. Continueremo a lavorare duro. Saremo all’altezza della fiducia che ci avete dato: l’intero popolo turco è il vincitore di queste elezioni.
Così afferma il presidente di fronte ai supporter, in seguita alla vittoria nelle elezioni, decisiva ma non schiacciante. Nel pomeriggio, sono arrivate congratulazioni da tutto il mondo: Giorgia Meloni, Vladimir Putin e Volodymir Zelenksky hanno tutti fatto arrivare le loro congratulazioni al presidente turco. Macron ha parla di “grandi sfide per il futuro da vincere assieme“.
Le sfide che il presidente Erdogan dovrà affrontare dopo la vittoria alle elezioni in Turchia
Una delle principali questioni che dovrà affrontare è l‘economia turca. Nonostante i dati ufficiali segnalino una discesa dell’inflazione, questa rimane ancora al 44%, con un impatto significativo sul costo della vita della popolazione. Inoltre, il valore della lira turca ha raggiunto livelli record rispetto al dollaro e all’euro, rendendo necessarie misure per riallineare i minimi salariali e trovare risorse per la manovra economica. Tuttavia, la Banca Centrale turca ha recentemente dichiarato un deficit di 151,3 miliardi di dollari, complicando ulteriormente la situazione economica.
Un altro tema cruciale è la ricostruzione dopo il terremoto che ha colpito il sud della Turchia lo scorso febbraio. Erdogan ha promesso di ricostruire le aree colpite entro un anno, ma è necessario che mantenga le sue promesse e dimostri di essersi meritato la fiducia delle persone colpite dalla catastrofe, che del resto è stato uno dei punti in cui è stato maggiormente criticato. Sebbene il governo abbia risposto in modo più efficace sul fronte dell’emergenza umanitaria, occorre un impegno continuo per garantire assistenza e completare la ricostruzione.
La questione dei rifugiati siriani rappresenta una sfida sia a livello interno che internazionale per Erdogan. Durante la campagna elettorale, l’opposizione ha criticato il presidente per la gestione dei confini e per aver concesso la cittadinanza a milioni di siriani per ottenere voti. Erdogan ha promesso che un milione di rifugiati farà ritorno in modo volontario e dignitoso nei territori di origine, ma la situazione richiede un delicato equilibrio tra la gestione interna della crisi dei rifugiati e la riconciliazione con il governo siriano di Bashar el Assad.
Inoltre, Erdogan dovrà affrontare la questione dell’ingresso della Svezia nella NATO. Dopo il rogo del Corano permesso dalle autorità svedesi all’inizio dell’anno, il governo turco aveva rinviato qualsiasi decisione sull’allargamento della NATO. Sarà importante osservare come la Svezia si comporterà rispetto alle estradizioni e all’entrata in vigore di una nuova legge antiterrorismo nel paese.