Una famiglia di Casalgrande, in provincia di Reggio Emilia, composta dai genitori e da due bimbi, uno di 4 anni e uno di 7 con il disturbo dello spettro autistico, ha ricevuto una diffida dai vicini. I condomini che vivono ai piani superiore e inferiore rispetto alla famiglia in questione hanno riportato di vivere una “grave situazione di disagio“, che si protrae ormai da qualche anno, secondo quanto riporta Il Resto del Carlino a partire dalla diffida scritta da un avvocato. “Urla e rumori molesti” promanano dall’unità abitativa della famiglia e hanno a lungo disturbato i vicini. La famiglia ha dichiarato di aver reagito molto male alla diffida, “perché è una cosa che non è scaturita da noi ma che in primis subiamo”.
Reggio Emilia, la replica della famiglia del bambino con il disturbo dello spettro autistico in seguito alla diffida
Tale situazione, come si accennava, continua da anni, con picchi e “fasi di acutizzazione durante le quali risulta impossibile godere serenamente dei propri spazi domestici“. Oltre alle urla dei bimbi, si distinguono anche le grida dei genitori, e in particolare della madre, “probabilmente ormai senza armi nella difficile battaglia contro questa patologia“. I vicini comprendono la situazione delicata e non semplice della famiglia, ma si sono trovati costretti a prendere provvedimenti attraverso un avvocato:
Vivere gli spazi domestici è divenuto quasi impossibile e gli assistiti avvertono l’esigenza di trovarsi altrove se sono a casa. Avvertono la necessità di rimarcare il diritto a un indisturbato loro godimento della propria abitazione e invitano la famiglia a rivolgersi quanto prima al servizio sanitario al fine di richiedere assistenza qualificata.
La famiglia ha replicato smentendo le accuse dei vicini, secondo i quali i genitori non agiscono per migliorare la situazione del figlio. Affermano infatti i genitori che uno due stipendi è destinato alle terapie. La situazione che si è creata nel condominio ha generato un senso di angoscia nella coppia:
Un figlio autistico è difficile da gestire, ma sapere di avere attorno persone che non si sforzano di capire ci tormenta ancora di più. Gli autistici attraversano spesso momenti di gravi crisi, è difficile anche per noi. Cos’altro possiamo fare? Se non seguire nostro figlio quanto più possibile e scusarci di eventuali disagi.
La difficoltà, secondo l’avvocato, sta anche nel contemperare interessi a parti contrapposte. Da una parte infatti c’è il diritto dei genitori e un soggetto fragile, mentre dall’altra c’è il legittimo diritto delle persone che vivono nello stesso contesto abitativo. L’avvocato conclude dicendo che “spesso da parte di chi vive situazioni così delicate non c’è la disponibilità a comprendere le vite altrui”. Si rivela necessario mediare tra le parti per rendere più vivibile per tutti il clima condominiale.