Il ruolo della Corte dei Conti nella gestione del Pnrr è stato al centro di numerosi dibattiti nelle scorse settimane. Gli attriti maggiori con il governo Meloni hanno riguardato tanto le opposizioni, quanto l’Unione Europea. Nell’ultima settimana, le forze di maggioranza hanno dato il primo via libera in commissione al decreto Pa, che include al suo interno un emendamento volto a limitare il controllo concomitante della Corte dei conti sull’attuazione del Pnrr. Nella giornata di ieri, Eric Mamer, portavoce della Commissione europea, ha dichiarato che Bruxelles monitorerà con attenzione cosa prevede la bozza di legge e ha invitato il governo italiano a “garantire controlli efficaci“. Palazzo Chigi ha prontamente risposto con una nota diffusa in serata e divisa in otto punti.
Corte dei Conti e Pnrr, cosa contiene la nota diffusa da Palazzo Chigi
Il primo punto concerne la necessità dei controlli e il governo italiano si mostra d’accordo con quanto affermato dal portavoce Ue. I punti di contatto, tuttavia, finiscono qui. Il secondo punto riguarda il «pregiudizio non informato»:
Il portavoce afferma che la “Commissione europea non commenta i progetti di legge”, ma subito dopo – senza alcun approfondimento di merito – lo stesso portavoce della Commissione fa seguire delle considerazioni che alimentano polemiche politiche strumentali che non corrispondono alla realtà.
La presidenza del Consiglio ha quindi assicurato che la norma proposta non andrà a variare in alcun modo quanto concordato tra Commissione Ue e governo italiano nel 2021. Più nel merito dei controlli della Corte dei conti sul Pnrr, nella nota si evidenzia come una legge del governo Draghi affidasse già “alla Corte dei conti il controllo sui fondi Pnrr nella modalità del controllo successivo sulla gestione e non del controllo concomitante“.
Il quinto punto è dedicato allo scudo erariale per funzionari e dirigenti pubblici. Palazzo Chigi ha fatto notare come la norma sia in vigore da tempo e non sia mai stata oggetto di osservazioni. È stata solo prorogata l’efficacia per altri 12 mesi, senza cambiarne il contenuto: si legge così nella nota che “siamo certi che la linea della Commissione non cambierà di fronte alla proroga di un altro anno decisa da un governo di diverso segno politico“.
Nonostante il tono polemico in alcuni punti della nota, Palazzo Chigi ha tentato di smorzare anche i punti di contrasto. Ha riportato infatti che all’incontro tenutosi l’1 giugno tra governo e Corte dei conti “è stata decisa all’unanimità l’apertura di un tavolo di lavoro per revisionare e definire meglio alcuni istituti relativi ai controlli sul Pnrr“. La presidenza del Consiglio ha anche evidenziato come l’intervento sia stato preso in esame da “illustri costituzionalisti come Sabino Cassese, Cesare Mirabelli e Giancarlo Coraggio“, i quali hanno escluso che contrasti con la Costituzione.
Il portavoce della Commissione Europea ha poi chiarito che è sorta della confusione in relazione alle sue parole: “ho detto che le autorità italiane hanno creato un’istituzione specifica per controllare l’uso dei fondi del Pnrr“. La Commissione continuerà in ogni caso a occuparsi di questo aspetto, concordato con le autorità italiane.