Il cancro al seno sconvolge, terrorizza, ma accomuna purtroppo un’infinità di donne. Una diagnosi che mette paura ma che va affrontata a testa alta. I dati fanno ben sperare, oggi oltre il 90% delle pazienti che vengono colpite, con l’aiuto dei medici, riescono a guarire. L’importante è non sottovalutare nessun aspetto della malattia: dalla sfera psicologica a quella sessuale. In esclusiva a Tag24 ne abbiamo parlato con la psicologa dell’ospedale Regina Elena di Roma, Maria Perrone.

Cancro al seno, la psicologa Maria Perrone

Il primo pensiero quando ci si trova di fronte a una diagnosi di cancro al seno è quello della vita. La paura di morire e di affrontare tutti gli effetti collaterali della malattia arrivano subito. Poi subentra il timore di restare da soli, cosa che troppo spesso capita alle donne che stanno già affrontando una battaglia enorme. “I dati dicono che tra il 25% e il 30% delle donne con cancro alla mammella, nel corso della loro storia, vanno incontro a una separazione dal proprio partner” ha esordito Maria Perrone, la psicologa dell’ospedale Regina Elena di Roma ai microfoni di Tag24.

“Parliamo di pazienti che stanno lottando contro il tumore al seno – ha continuato – e anche di chi lo ha già sconfitto ma ha vissuto comunque un percorso oncologico. Questo sottolinea come il cancro sia una malattia che non riguarda solo chi ne viene colpito ma anche tutto il suo contesto di vita, andando ad influire anche sulle relazioni di coppia. Molto dipende anche dall’aspetto sessuale. I cambiamenti che il fisico subisce – ha aggiunto la dottoressa – rischiano di avere una ricaduta anche sulle relazioni interpersonali e nel dettaglio nel rapporto con il compagno. A questo si deve aggiungere anche l’aspetto psicologico che rappresenta una componente fondamentale di stabilità o di instabilità. Purtroppo cambia tutto l’equilibrio, sia quello interno della persona che quello familiare”.

Gli aspetti più delicati

Tanti gli effetti collaterali, tanti gli aspetti di cui spesso le pazienti si vergognano di parlare. Tra questi c’è la sfera sessuale, spesso ritenuta un vero e proprio tabù. “Per tutte le problematiche che il cancro porta con sé – ha detto la psicologa – è fondamentale avere un approccio multidisciplinare. Non è possibile, oggi come oggi, pensare di trattare la paziente solo con cure mediche o solo con cure psicologiche. Questo riguarda la malattia in generale ma anche tutti gli aspetti che ne conseguono. Tra questi c’è ovviamente la sessualità e le problematiche legate a questa sfera. Ripeto, non si può prescindere da un approccio multidisciplinare perché questo facilita anche la comunicazione creando un contesto di sintonia diverso. Solo così la donna si può sentire al sicuro e di conseguenza aprirsi anche su tematiche più delicate”.

Poi la dottoressa Perrone ha fatto esempi pratici: “Al Regina Elena si lavora in gruppo, e ogni settimana ci riuniamo per discutere i vari casi. Il fatto che ci sia anche lo psicologo facilita la possibilità di integrare il quadro del paziente, solo così lo si può comprendere a pieno e si può personalizzare la cura. La tematica della terapia ormonale ad esempio, con tutti gli effetti collaterali che ne conseguono, non può prescindere dalla conoscenza della paziente. Chi è la donna, in che fase della vita è, qual è il suo investimento rispetto a una tematica come quella della sessualità sono domande che dobbiamo porci di volta in volta. Il piano terapeutico – ha spiegato la psicologa – deve poter variare anche in base a questo. È chiaro che se davanti abbiamo una donna giovane, come purtroppo spesso accade, che stava pianificando una maternità, non possiamo non tenerne conto. L’equipe deve essere a conoscenza dei bisogni della paziente”.

I consigli per le pazienti

Infine la dottoressa Perrone si è rivolta direttamente alle donne: “Il consiglio più utile? Credo sia quello più semplice: le pazienti devono parlare e chiedere aiuto. Tutti i problemi che riscontrano hanno una rilevanza. Subentra un discorso soggettivo, ogni caso è a sé e ci si deve affidare ai medici perché tutto, o quasi, può essere risolto insieme”.