La guerra in Ucraina continua a riempire le prime pagine dei giornali, con l’ultimo capitolo che porta in evidenza il gruppo Wagner respinto a Bakhmut. Secondo quanto riportano fonti del governo di Kiev, l’esercito locale avrebbe costretto i mercenari a fuggire dalla cittadina assediata dai filorussi. Serhiy Cherevaty, portavoce del Gruppo orientale ucraino, ha infatti confermato la bontà dell’operazione militare commentando la situazione in questa maniera:

A Bakhmut abbiamo raggiunto la cosa principale: abbiamo costretto i mercenari Wagner a fuggire. E continuiamo a sferrare potenti attacchi contro di loro. I russi che stanno effettuando uno rotazione di truppe al posto di quelle di Wagner non sono molto desiderose di entrare lì perché sanno cosa è successo ai loro predecessori

Guerra in Ucraina, l’esercito Wagner costretto a fuggire da Bakhmut dopo la risposta di Kiev

Il portavoce della difesa ucraina ha quindi fornito alcuni numeri rispetto all’operazione militare:

“Abbiamo eliminato 107 occupanti, 126 sono rimasti feriti, ma anche distrutto tre depositi di munizioni e diversi veicoli nemici in direzione di Bakhmut, grazie a dei potenti attacchi. Il nemico russo ha invece bombardato 452 volte le posizioni delle forze armate ucraine con l’artiglieria, effettuando sei raid aerei in direzione di Bakhmut solo nell’ultimo giorno.

Si tratta di una nuova scia di sangue in una cittadine che conosce la guerra da ormai diversi mesi. I mercenari della Wagner – nonostante la pressione inflitta dalle truppe ucraine – continuano a resistere nelle zone controllate dai filorussi, ma chiedono nuovi rifornimenti da parte di Mosca.

In giornata, Zelensky ha poi commentato la possibilità di vedere coinvolti nel conflitto anche alcuni paesi della Nato, cercando di escludere l’opzione poiché porterebbe ad una escalation davvero pericolosa anche in termini di utilizzo del nucleare:

Siamo persone ragionevoli e non vogliamo trascinare in guerra nessun paese della Nato. Ed è per questo che capiamo che non saremo membri della NATO mentre questa guerra è in corso. Non perché non vogliamo, perché è impossibile.