La nave di ricerca e soccorso Life Support di Emergency questa mattina, 2 giugno, ha portato a termine il soccorso di un’imbarcazione partita da Sabratah, in Libia, con a bordo 29 profughi tra cui 3 donne e 1 bambino.
Salvataggio in acque internazionali, area di ricerca libica
Come riferisce la stessa ong Emergency i soccorsi ai profughi sono arrivati dopo che il natante era partito dieci ore prima dalle coste della Libia. Lanciato l’allarme la barca è stata intercettata dalla ‘Life support’. I soccorritori hanno subito capito che l’imbarcazione era carica di persone e alla deriva in mare aperto.
“I naufraghi erano partiti all’una e trenta della scorsa notte ed erano in viaggio da quasi 10 ore quando abbiamo iniziato le operazioni di soccorso. – commenta Albert Mayordomo, capomissione della Life Support –. Non appena ci siamo avvicinati siamo stati investiti da un fortissimo odore di benzina. Le taniche a bordo si erano rovesciate: alcuni naufraghi erano immersi nella benzina e, per mancanza di carburante, il natante non sarebbe stato in grado di navigare ancora a lungo”.
Profughi provenienti da ogni angolo dell’Africa
La barca piena di profughi è stata intercettata in acque internazionali, nella zona di ricerca e soccorso libica. Ad Emergency, unica ong presente nell’area con la sua nave soccorso, la segnalazione era arrivata dall’aereo Airborne della ONG Sea Watch.
“I naufraghi provengono da Eritrea, Etiopia, Gambia e Sudan: luoghi in cui la sopravvivenza non è garantita a causa di conflitti armati e mancanza di cibo – riportano dal sito di Emergency – Alcuni hanno viaggiato anche per anni prima di poter provare a raggiungere l’Europa”.
Come detto a bordo sono state salvate 29 persone di cui 3 donne e un bambino. Secondo le prime notizie diffuse dalla Ong il bimbo sarebbe fuori pericolo ma sotto osservazione per il rischio di disidratazione e ipertermia. Il dottor Giovanni Dolci, medico a bordo della nave ha descritto la situazione trovata a bordo.
“Al momento del soccorso, molti di loro erano imbevuti di carburante e acqua salata. Una miscela che se resta a lungo a contatto con la cute causa ustioni chimiche molto gravi”.
Dopo il salvataggio il viaggio diventa lungo verso l’Italia
Sempre Emergency riferisce i soliti problemi con l’assegnazione del porto. Dopo aver concluso le operazioni di salvataggio e aver informato le autorità, la Life Support ha chiesto un POS dove sbarcare i naufraghi. È stato assegnato dall’MRCC (Maritime Rescue Coordination Centre) il POS di Marina di Carrara. Scelta logistica alquanto discutibile per la distanza tra il luogo del salvataggio e il porto. Più di due giorni di navigazione aspettano la nave di Emergency e le 29 persone a bordo per raggiungere il porto di destinazione assegnato.
????3 donne e 1 bambino tra le 29 persone soccorse oggi da #LifeSupport. “Bambino era a rischio disidratazione e ipertermia” racconta medico a bordo. “Molti naufraghi esausti da viaggio, necessitano di raggiungere luogo sicuro quanto prima”.#Mediterraneo https://t.co/IgSqhEuhRO pic.twitter.com/vh7HqkWlu7
— EMERGENCY (@emergency_ong) June 2, 2023