L’incubo è finalmente giunto alla fine per la 15enne di Verona, corista in una chiesa, violentata da uno dei musicisti della parrocchia. I fatti risalgono al 2019, ma solo ora la procura veronese ha chiesto per l’uomo la reclusione di 7 anni. I due si erano conosciuti nella chiesa in cui lei andava a cantare e lui ad accompagnare il coro con la sua musica.
L’uomo, che all’epoca della vicenda aveva il doppio degli anni della sua vittima, è sposato e ha figli, ma niente gli ha impedito di molestare la giovane corista per mesi, costringendola infine ad un rapporto fisico con lui.
Corista di chiesa violentata a Verona: la ricostruzione del PM
Il Corriere della Sera riporta le dichiarazioni dei PM per quanto riguarda il caso della ragazzina veronese violentata da uno dei musicisti della parrocchia in cui andava a cantare. L’uomo avrebbe agito subdolamente per molti mesi, prima guadagnandosi l’amicizia della ragazza con lusinghe amorose e poi convincendola a vedersi fuori dalla chiesa in cui si incontravano abitualmente.
A quel punto sarebbe avvenuta la violenza. L’uomo avrebbe infatti costretto la ragazza a degli “avvicinamenti intimi”, a cui lei rispondeva sempre con disagio e fastidio. Gli approcci indiscreti del musicista sarebbero cominciati nell’inverno del 2019, concludendosi solo nell’ottobre dell’anno successivo, quando la ragazza ha coraggiosamente trovato al forza di denunciare la situazione ai suoi genitori.
La goccia che ha fatto traboccare il vaso e la denuncia: ora il musicista rischia 7 anni
«Mi ha baciata e toccata ovunque». Così la 15enne di Verona ricostruì quell’ultimo incontro tra lei e il suo aguzzino, avvenuto nell’ottobre del 2020 a casa della ragazza. I genitori di lei erano usciti e il musicista, approfittando del luogo e dell’occasione, si avventò sulla giovane baciandola e palpandola contro la sua volontà.
La 15enne reagì immediatamente allo stupro, calciandolo via, urlando e dimenandosi nel tentativo di allontanare il suo aggressore, che per l’ennesima volta, ma sta volta più veementemente del solito, la stava costringendo ad atteggiamenti intimi senza il suo consenso. Al ritorno dei genitori la ragazza è stata capace di raccontare ogni cosa, dando il via all’apertura del caso e ponendo finalmente fine al suo incubo.
Ora il musicista rischia 7 anni di carcere, come richiesto dalla procura scaligera.