Nell’ultima riunione del Pd Elly Schlein avrebbe evitato il tema delle elezioni amministrative appena trascorse. A rivelarlo sono i retroscena secondo i quali la segretaria del Partito Democratico avrebbe preferito non affrontare la vera e propria débâcle del centro sinistra alle ultime elezioni. L’ultima riunione dei dem sarebbe stata, infatti, interamente dedicata al tema della ricostruzione in Emilia Romagna.
D’altronde, il clima in casa Pd è tutto fuorché disteso. Ieri il Partito democratico si è infatti spaccato in Europa sul voto per la ricostruzione degli arsenali europei per l’aiuto a Kiev. E se molte voci autorevoli del Pd difendono l’azione della nuova segretaria, non mancano malumori interni per lo scarso decisionismo della Schlein.
Schlein, alla riunione del Pd si parla solo di Emilia Romagna e non di elezioni. Nel partito crescono i malumori
Nel corso della riunione ieri tra deputati e senatori del Pd la Schlein avrebbe preferito non affrontare il tema della sconfitta alle elezioni amministrative. Secondo i retroscena, infatti, la segretaria avrebbe scelto di concentrarsi solo sul tema dell’Emilia Romagna, ribadendo la necessità che Bonaccini sia nominato commissario alla ricostruzione. Scelta, questa, che non ha fatto che aumentare i malumori dei dem, ancora scossi per il pessimo risultato ottenuto alle elezioni dello scorso 28 e 29 maggio.
Nell’analisi delle ragioni della sconfitta, i membri del Pd sono infatti divisi in due fazioni. Da un lato vi sono coloro che non ritengono giusto addossare alla Schlein le ragioni della sconfitta e chiedono più tempo per far lavorare la segretaria. Dall’altro lato, invece, non sono in pochi quelli che silenziosamente iniziano a manifestare i loro malumori. Quest’ultima fazione, in particolare, non avrebbe preso bene la mossa della Schlein che, nel primo confronto interno post elezioni, avrebbe deciso di sorvolare sul tema della sconfitta.
Vero o no, è certo è che il dibattito non potrà essere rimandato per sempre. Il punto non sono solo i risultati elettorali. Qual è l’identità del Partito democratico? Su quale linea giocare la battaglia contro l’opposizione? Meglio continuare ad andare da soli o meglio lavorare sul campo largo? Le domande sono tante e, ad oggi, tutte senza risposta.
A peggiorare la situazione, se ce ne fosse bisogno, è poi la spaccatura del gruppo Pd all’Europarlamento su una materia sensibile come il supporto militare a Kiev. Ieri infatti, in occasione del voto sull’Asap – Act in Support of Ammunition Production – i dem hanno espresso ben tre voti diversi, con dieci sì, un no e quattro astenuti. Il gruppo europeo del Pd ha dunque dato il via libera alla possibilità di utilizzare i fondi del Recovery Fund per la produzione di munizioni per supportare l’Ucraina. Il tutto nonostante la Schlein avesse dichiarato pubblicamente la sua contrarietà all’ipotesi.
A poco servono, in questo senso, i tentativi di minimizzazione del big del Pd Graziano Delrio. L’ex ministro dei Trasporti ha cercato infatti di smorzare il significato del voto sottolineando come “il decreto andava votato perché sostiene la lotta in Ucraina“. La sensazione di sbandamento, tra gli elettori e gli iscritti al partito, c’è e rimane.
Si attendono, ora, le prossime mosse della Schlein, chiamata a risollevare un partito di natura litigiosa e alle volte contraddittoria. La segretaria dovrà imparare a difendersi tanto dagli attacchi esterni quanto da quelli interni. È noto infatti come i peggiori nemici del Pd siano, spesso, gli stessi dem.