Il Terzo Polo rincara la dose dopo le elezioni amministrative che pure non hanno visto la federazione Azione/Italia Viva brillare. Ci sono molti alibi, diranno loro, a partire dalla mancanza di una strutturazione precisa nei territori. Per quello ci vuole un partito ma non è detto che lo faranno mai. Hanno fatto pace i due leader, Carlo Calenda e Matteo Renzi, ma per ora l’iter di creazione del partito del Terzo Polo è rimasto in standby. Per il momento si lavora alle europee e lo si fa con la formazione attuale che ha la formula di una federazione e non di un partito ma questo, evidentemente, non toglie loro la possibilità di cercare consenso elettorale e di tentare un allargamento al centro. Vanno in questo senso, se leggiamo tra le righe, le parole di Matteo Renzi che oggi – in un’intervista a Il Giornale – sferra duri attacchi al Partito Democratico e alla sua Segretaria, Elly Schlein.

La profezia di Renzi: Schlein perderà tutte le elezioni

Il vento della destra continua a soffiare forte e quello del centrosinistra, con Elly Schlein pioniera, non va. Matteo Renzi se la spiega così:

Elly Schlein funziona per vincere le primarie, ma come sempre chi rappresenta la sinistra massimalista entusiasma la curva degli ultrà e poi perde tutte le elezioni, anche quelle condominiali.

Non può essere questa sinistra, quindi, l’alternativa a Giorgia Meloni. Ma, suggerisce, l’area riformista di cui fa parte. Così il leader di Italia Viva:

L’alternativa a Meloni o sarà riformista o non ci sarà. Il modo per attaccare il Premier è chiedere conto delle sue contraddizioni e non di certo gridare al fascismo. Perché non c’è nessun pericolo fascista alle porte e sarà bene che se ne facciano una ragione anche quelli che hanno lasciato la Rai in nome della democrazia e in realtà vanno solamente a fare cose diverse o pagate meglio.

Il riferimento, su quest’ultimo passaggio, è alle dimissioni di alcuni volti storici della Rai: fa Fabio Fazio a Lucia Annunziata passando per Luciana Littizzetto. Addii motivati da una presunta inconciliabilità con il nuovo governo che controllerà, come prevede la legge, le nomine ed i vertici della televisione di stato. Ma tornando ad Elly Schlein, Matteo Renzi aggiunge che:

Il petardo Schlein ha fatto recuperare qualche tessera in sezione e qualche copia in edicola. Ma alla fine fare politica richiede talento e coraggio delle scelte: l’armocromista non ti salva se non hai un progetto per il Paese.

Poi incalza: “Qual è il piano di Schlein su utero in affitto, Ucraina, nucleare, sicurezza, tasse? Il mio PD (riferendosi a quando è stato segretario dal 2013 al 2017, ndr) aveva idee chiare su questi temi ed opposte a quelle di Schlein”.

Le ragioni dell’affondo

Ma dicevamo che questi attacchi potrebbero essere mossi da una strategia precisa: quella di tentare allargare il consenso del Terzo Polo. Non è mistero, infatti, ed è stata anche ammissione di esponenti di spicco dell’area riformista, che molti partiti di centro hanno visto nella vittoria alle primarie di Schlein l’occasione per rimpolpare il proprio elettorato. Lo spostamento a sinistra del PD, per emanazione della politica della sua Segretaria, potrebbe lasciare spazio al centro. E quegli elettori che non si riconoscono più nel mondo dem potrebbero virare verso altri lidi, magari proprio quelli terzopolisti. Intanto un movimento c’è ed è palpabile: quello delle diverse dimissioni – ricordiamo quelle di Fioroni o in ultimo quelle di Cottarelli – per contrasti con la linea del nuovo PD. O, ancor più esplicativo, il passaggio di Enrico Borghi passato dal PD ad Italia Viva. È chiaro, allora, che Renzi voglia fare leva su questi meccanismi: l’area riformista fiuta l’opportunità e la persegue.