Nel verbale della confessione di Alessandro Impagnatiello emergono ulteriori dettagli sull’omicidio di Giulia Tramontano. La 29enne incinta al settimo mese è stata uccisa sabato 27 maggio, una volta tornata a casa dopo l’incontro con l’altra, la “fidanzata parallela”, grazie alla quale tutte le bugie del 30enne barman erano state smascherate.

Omicidio Giulia Tramontano, le coltellate al collo

Come riportato da Il Corriere della Sera, durante l’interrogatorio Impagnatiello racconta che Giulia, una volta rientrata a casa intorno alle 19, lo affronta subito per parlare della situazione con lei e l’altra. Ma le sue parole sono contraddittorie: dice che lei, mentre tagliava i pomodori, aveva provato a infliggersi delle ferite alle braccia e al collo perché “non voleva più vivere”. Allora lui, per non farla soffrire, le aveva dato 3 o 4 coltellate al collo e, mentre la ragazza era a terra, le avrebbe detto che “era finita e doveva riposarsi”. Per poi aggiungere che Giulia aveva provato a difendersi e a divincolarsi, ma senza urlare. Pochi minuti che hanno segnato la sua fine.

Però lui aveva già deciso tutto prima che la ragazza tornasse a casa: gli è stata infatti contestata la premeditazione. Cerca di bruciarla nella vasca da bagno con l’alcol, ma senza riuscirci. Allora decide di continuare nel box, ma deve attendere le 23 in modo da non essere visto. E infatti il luminol troverà tracce di sangue sul pianerottolo e sulle scale. Intorno alle 3 di notte, come registrato anche dalle telecamere, esce e torna con una bottiglia di benzina. Viene ripreso anche mentre lascia un lenzuolo arrotolato nella sua macchina. Ma sarà lui stesso, poi, a spegnere le fiamme.

Il corpo per un giorno intero nel bagagliaio dell’auto

Il corpo di Giulia è ancora nel box quando lui va a denunciarne la scomparsa ai Carabinieri. Il lunedì mattina si reca al bar in cui lavora, ma torna a casa quando scopre che è stato sospeso nell’attesa che venga chiarita la situazione. Allora sposta il cadavere di Giulia in cantina e la mattina successiva, il martedì, lo carica sul suo suv. Dove rimarrà un giorno intero prima che mercoledì notte, intorno alle 2:30, decida di disfarsene abbandonandolo a seicento metri da casa, in un’intercapedine tra alcuni box.

Giulia era già morta quando Impagnatiello invia degli sms finti al suo numero:

Baby dove sei? Ci stiamo preoccupando tutti.

Dicci solo che sei fuggita in qualche paese lontano.

L’interrogatorio a San Vittore

Oggi 2 giugno si è tenuto l’interrogatorio a San Vittore in cui Alessandro Impagnatiello ha dovuto rispondere di omicidio volontario premeditato, aggravato dalla crudeltà e dai futili motivi, occultamento di cadavere e procurato aborto. Aveva già sostenuto di non essere stato aiutato da nessuno:

Sarebbe stato l’ennesimo errore dopo quelli che ho già fatto. Forse mia mamma ha dubitato, ma per 30 anni non le ho mai fatto pensare che potessi fare una cosa simile.

Sebastiano Sartori, il suoi legale, ha dichiarato che il suo assistito ha confermato oggi quanto già confessato, tranne che aggiungere particolari sull’ultima fase del delitto. Non ha però smentito.
Alla domanda se chiederà di trasferire Impagnatiello in una struttura sanitaria, ha risposto, anche in merito alla possibilità che possa rischiare la vita:

No, può rimanere in carcere.Sono sereno, sono bravi e hanno trovato credo una giusta soluzione.

Per quanto riguarda un’eventuale consulenza psichiatrica, l’avvocato ha concluso:

Vedremo, io come difensore devo approfondire alcuni aspetti.

L’omaggio a Giulia Tramontano

Intanto nella serata di ieri 1 giugno a Senago c’è stato un omaggio a Giulia Tramontano. Moltissime persone si sono riunite intorno a una panchina rossa al parco Falcone e Borsellino. Hanno portato fiori e stretto la famiglia della 29enne in un grande abbraccio.