Ferdinando Carretta, 61 anni, è morto quest’oggi, 1° giugno 2023, nella sua casa a Forlì. Scopriamo la causa della morte dell’uomo che ha ucciso i suoi familiari nel 1989.

Ferdinando Carretta causa morte

Ferdinando Carretta, l’uomo che ha ucciso i suoi familiari nel 1989 a Parma, è morto oggi 1° giugno. Il corpo è stato recuperato nella sua abitazione a Forlì, luogo in cui viveva dal 2006, quando aveva riacquisito la sua libertà per incapacità di intendere e volere.

Il reo confesso, che fino ad oggi era impiegato in una cooperativa sociale, combatteva contro una brutta malattia da tempo. E’ questa la causa della sua scomparsa.

La casa al piano terra in cui dimorava l’aveva comprata grazie all’eredità della famiglia, acquisita dopo aver venduto quella dei suoi genitori. Prima alloggiava infatti in una comunità di recupero, poi in libertà vigilata come operatore ecologico.

A dare l’allarme un vicino preoccupato di non vedere più Ferdinando da tempo. Difatti, il medico legale, ha dichiarato che il decesso è avvenuto 3 o 4 giorni fa. Sul luogo i i carabinieri del Nucleo operativo radiomobile.

La strage e il movente

Il delitto che ha compiuto Ferdinando Carretta risale al 1989, quando a soli 27 anni, uccise nella casa di famiglia, sua madre, suo padre e il suo fratello più piccolo.

Dopodiché fuggì nel Regno Unito e venne individuato dopo solo nove anni. Dichiarò pubblicamente la sua colpa nel 1998 nel corso di un’intervista a Chi l’ha visto?.

Tuttavia, venendo accertato come incapace di intendere e di volere nel momento del reato, fu rinchiuso in un carcere psichiatrico giudiziario. Dopo una breve semilibertà nel 2004, riacquistò tutti i suoi diritti nel 2015.

La confessione in diretta a Chi l’ha visto

Il caso venne svelato e risolto durante una puntata di Chi l’ha visto?. Nel 1998, ad ottobre, Carretta venne fermato dalla polizia londinese per una trasgressione stradale. Subito dopo, nel corso dell’intervista televisiva, l’uomo confessò di essere colpevole di tutti gli omicidi, prima di rendere l’ufficialità anche al pubblico ministero.

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