Sono giorni di grande fibrillazione tra i banchi della politica. Da Torino questa volta è il commissario europeo all’economia Paolo Gentiloni ha calare il carico sul banco politico.

La bacchettata di Gentiloni su Pnrr e controlli inefficaci

Un Gentiloni come sempre pacato ma pungente, quello che dal palco del festival internazionale dell’economia di Torino, esprime alcune perplessità sul percorso che il governo sta portando avanti per rispettare i termini del Pnrr. Il commissario ha anche sottolineato come la commissione non possa interferire sul rapporto di poteri tra esecutivo e Corte dei Conti.

“Non ho alcuna opinione sulla decisione del governo. Voglio che sia chiaro a discarica della Commissione europea che il controllo sulle operazioni, sugli investimenti, tutto ciò che è nel Pnrr, la Commissione europea lo fa sulla carta. Noi controlliamo la corrispondenza tra gli impegni presi in questi accordi e la realizzazione di questi impegni nei tempi previsti. Se queste due cose coincidono per noi va bene.  Naturalmente spetta ai sistemi di controlli vari dei Paesi, e l’Italia ne ha degli ottimi, controllare frodi, corruzione, la doppia spesa dei fondi europei. Questo non lo possiamo controllare da Bruxelles per 27 Paesi”.

Per il commissario Gentiloni il compito della commissione è rendicontare direttamente al parlamento europeo. Mentre resta prerogativa del governo italiano controllare che ci siano frodi.

“Credo che questo sia già chiaro a tutti, sicuramente già chiaro al Governo italiano. Il Parlamento europeo chiede alla Commissione di andare a controllare investimento per investimento chi saranno i beneficiari finali di ogni investimento, se sono in conflitto di interesse, se sono poco di buono, se ci sono frodi, ma questo lo controlleranno le autorità nazionali. Sono centinaia di migliaia di progetti”.

Prioritario è capire come la macchina burocratica italiana possa restare al passo con i ritmi della commissione. I progetti per la Ue restano rinegoziabili ma anche in questo caso i tempi sono stretti, la stessa commissione pone però come limite il mese di agosto. Per il commissario c’è necessità di ridisegnare le priorità e alcune di queste sono troppo evidenti per risultare superflue.

“I progetti del Pnrr sono stati fatti in piena pandemia, magari qualche progetto può essere riciclato ma questo è motivo di scandalo? Nessuno può dire che 265 mila posti asilo non siano utili. Oppure si possono citare le 4.500 colonne di ricarica rapida. Noi siamo tra i Paesi più indietro su questo. E ancora: i posti letto per gli studenti fuori sede. E’ evidente che questi progetti non risolveranno questi problemi ma sono un contributo molto interessante in questa direzione. Non è vero che fare presto è non fare bene. Noi vogliamo che venga fatto presto e bene”.

MES e terza rata restano nei pensieri del governo

Non ci sono solo rimproveri da maestro arrabbiato per i pochi compiti fatti, è lo stesso Gentiloni ad assicurare che la terza rata dei fondi del Pnrr arriverà prossimamente. Quando la terza rata da 19 miliardi sarà arrivata, saremo solo alla metà dei fondi all’Italia destinati.

Per la mancata ratifica della riforma del Mes il commissario cerca di essere diplomatico, richiamando l’attenzione su una possibile perdita di reputazione da parte del nostro paese nei confronti della UE.

“L’Italia ha condiviso l’accordo due anni fa e se non mantiene questo impegno, per come funzionano i rapporti internazionali, non è un vantaggio. Ratificare la riforma in Parlamento darebbe voce in più al governo italiano”.