Le parole del Governatore della Banca d’Italia, hanno scosso il clima politico che ancora commentava l’esito delle elezioni comunali. Il salario mino è utile, il Pnrr va fatto e in fretta, mentre i giovani vanno aiutati perché vivono in un paese dove ci sono forti disuguaglianze. Non una fotografia originalissima, ma l’istituzione è importante e chi le ha pronunciate è sicuramente autorevole e competente. Ignorarle sarebbe stupido, quindi la riflessione come sempre si divide.
Le parole “scomode” sul salario minimo
A destra si parla di un Governatore che surroga l’opposizione, come ha titolato il quotidiano il Giornale oggi. Poi abbiamo la sinistra e i suoi quotidiani, ma in particolare il Movimento 5 stelle che festeggia le parole della Banca d’Italia, pur essendo un’istituzione spesso criticata dagli stessi. Questa mattina nel programma di Radio Cusano Campus, L’Italia s’è desta, abbiamo chiesto a due esperti economici cosa ne pensassero dell’ultima relazione del Governatore e le risposte non sono state lusinghiere. Lidia Undiemi, economista, molto seguita sui social, autrice di saggi controcorrente sul sistema economico e il lavoro, contestualizza il dibattito sul salario minimo in questo modo: “Quello previsto dai CCNL è ciò che ha garantito retribuzioni decenti per decenni. Quello di cui si sta discutendo oggi è il salario minimo legale, deciso dalla politica, cioè la politica che inizia a stabilire le regole sui salari. Questo deriva da una direttiva europea, che vuole fare un’ingerenza sulla definizione dei salari. I sindacati stanno cercando di capire come recepire questa direttiva europea, ma è molto complicato mantenere l’autonomia della contrattazione collettiva con questa ingerenza della politica nella definizione dei salari. E’ pericolosa l’idea che l’Europa ha del salario minimo, io non mi fido”. Ma la Undiemi, conosciuta per la sua narrazione “ribelle” rispetto a quello che in economia si da per scontato, sul Pnrr, spiega che “Il Pnrr è una Troika che ce l’ha fatta, cioè l’idea che l’Europa attraverso dei prestiti possa dettare le riforme. Leggendo il trattato del Mes è prevista la partecipazione di capitale privato ai piani di finanziamento, con la contropartita delle riforme. Questo fa pensare che il privato possa quantomeno influenzare le riforme stesse”.
Visco “paternalista” secondo Italia Viva
Inaspettatamente, alcune critiche alla relazione di Visco sono state mosse anche da un rappresentante moderato e liberale di Italia Viva come Mauro Del Barba, che sempre ai microfoni di Radio Cusano definisce Visco sul “salario minimo, paternalista, senza però incidere troppo come ha fatto per tutta la durata del suo mandato. Mi sarei aspettato qualche parola sullo sviluppo sostenibile che invece è del tutto assente”. Ma come va l’economia italiana? Su questo quesito generico, ma importante per districarsi tra tesi che enfatizzano aumento del Pil e altre che mostrano la crescita della povertà, l’esponente Renziano parte, naturalmente, da Draghi: “Non è una sorpresa che il Paese stia andando bene grazie alla cura Draghi, che sta producendo effetti di lungo periodo, ma di cui vediamo l’abbrivio spegnersi pian piano mentre il governo Meloni si trova a discostare, anche se non troppo, da quanto fatto in precedenza.” La relazione di Visco, sempre ascoltatissima dal potere politico ed economico, questa volta é stata interpretata non solo come apporto tecnico, ma anche come se avesse un approccio politico, avendo passato in rassegna tutti i temi protagonisti dell’agenda di politica economica. Un’ultimo discorso che lascia il segno, che accontenta e scontenta, mentre l’Europa come sempre, resta a guardare.