Chi è Alessandro Impagnatiello? Il fidanzato di Giulia Tramontano ha confessato di aver ucciso la 29enne incinta, dopo averne simulato e denunciato la scomparsa. Un castello di bugie sulla sua sparizione crollato nella notte, dopo che alcune tracce di sangue sono state trovate nell’appartamento di Senago dove, da qualche tempo, viveva con la vittima, originaria della provincia di Napoli.
Chi è Alessandro Impagnatiello? Barman e papà di un bimbo di 6 anni
Alessandro Impagnatiello, 30 anni, lavora come barman nell’Armani Bamboo Bar, un locale esclusivo al settimo piano dell’hotel di lusso dell’Hotel Armani a Milano. Ha un figlio di 6 anni, nato da una precedente relazione.
Con la madre del bimbo sarebbe comunque rimasto in buoni rapporti. Proprio dopo la fine di questa storia avrebbe conosciuto Giulia Tramontano, con cui era poi andato a convivere in via Novella a Senago. La ragazza lavorava come agente immobiliare e tra due mesi avrebbe dovuto dare alla luce il loro bambino, un maschietto.
La doppia vita
Alessandro Impagnatiello, però, non era fidanzato solo con Giulia. Aveva una doppia vita: sul posto di lavoro aveva infatti conosciuto una ragazza americana con cui aveva iniziato una relazione clandestina. Anche lei, stando a quanto emerso nelle indagini, era rimasta incinta: aveva però deciso di interrompere la gravidanza.
Nessuna delle due donne sapeva dell’altra, anche se i sospetti, negli ultimi due mesi, si erano fatti sempre più grandi. Giulia ad un certo punto, aveva scoperto tutto. Con il suo pancione di 7 mesi avrebbe avuto anche un incontro “chiarificatore” con l’amante. Con cui Pagnatiello avrebbe anche parlato male della sua fidanzata, con l’obiettivo di screditarla.
La confessione dell’omicidio di Giulia Tramontano
Era stato proprio Impagnatiello a denunciare la sparizione della fidanzata 29enne domenica 28 maggio. Ai Carabinieri aveva raccontato di essere rincasato il sabato notte e di averla trovata a dormire. L’aveva lasciata sempre a letto la domenica mattina, quando era uscito molto presto. Poi, una volta tornato a casa, non l’aveva più trovata. Ma nel suo racconto sono emersi buchi e incongruenze.
La svolta nel caso è poi arrivata nella serata di mercoledì 31 maggio, quando viene perquisito l’appartamento dopo che alcune tracce biologiche erano state trovate nella sua auto. Interrogato in caserma crolla, ammettendo l’atroce delitto. Di cui nelle ultime ore sono emersi macabri dettagli: l’aveva aggredita con un coltello e aveva poi provato a bruciarne il cadavere. Prima di abbandonarlo in un’area isolata, non molto distante da casa.
Dopo aver ucciso la compagna, avrebbe anche tentato di incontrare la collega americana, dicendo di essere “un uomo libero” e che la 29enne se n’era andata. Inoltre le avrebbe anche ribadito, mentendo, che il figlio che Giulia portava in grembo non era suo. L’incontro, però, non è avvenuto perché la ragazza si è spaventata.
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